La protesta dei sindacati: meno tasse

Il sit-in di Cgil, Cisl, Uil e Ugl in Comune: pagano sempre i poveracci. Il sindaco: giudicateci dopo un congruo lasso di tempo

PESCARA. «Meno tasse», urla qualcuno tra il pubblico della sala consiliare. «Ci state spremendo come limoni», ribatte un altro mentre in sala sventolano le bandiere del mondo sindacale.

Il giorno dopo l’approvazione della stangata sulla Tari, l’imposta municipale sui rifiuti, Cgil, Cisl, Uil e Ugl rompono il tavolo di concertazione e scendono in piazza compatti per chiedere al sindaco Marco Alessandrini di regolare i criteri di tassazione «all’insegna dell'equità e della giustizia sociale». Ma un’inversione di rotta, almeno per il momento, non ci sarà: con la grave crisi di liquidità e con il Comune che viaggia verso il predissesto, ogni correttivo è eventualmente rimandato al futuro bilancio di previsione. A ribadirlo ai circa cento lavoratori e pensionati, presenti ieri mattina alla manifestazione di protesta del mondo sindacale, è lo stesso primo cittadino. Un discorso schietto, senza fronzoli, che fa perno sulla parola »responsabilità» e sulla necessità di «equilibrio».

Alessandrini tocca, dal primo all’ultimo, i mille problemi finanziari riscontrati dall’amministrazione di centrosinistra, dal momento dell’insediamento fino alla «scelta dolorosa» di alzare al massimo la pressione fiscale, facendosi carico di tutte le conseguenze, calo del consenso politico in primis. Il sindaco non nasconde i rischi di tagli ai servizi a domanda individuale in caso di default e ammette di aver coperto il disavanzo di 4 milioni e 285 mila euro semplicemente «tagliando e rinviando alcune spese all’annualità 2005».

E, al termine del suo discorso, riesce anche a strappare l’applauso di sindacati e cittadini. «Questo è il disastro che ci ha lasciato il centrodestra», commenta amaramente un uomo in prima fila. E mentre Umberto Coccia (Cisl) cita laconicamente Flaiano, la segretaria provinciale della Cgil Emilia Di Nicola si augura di «riaprire la trattativa con i sindacati con il prossimo bilancio» e annuncia di «mettere i paletti sull’aumento delle tariffe di asili, mense e trasporti».

La manifestazione dei sindacati è cominciata, ieri mattina alle 10 in punto, con il raduno di Cgil, Cisl, Uil e Ugl davanti al municipio. Un’ora più tardi si è tenuta l’assemblea nella sala consiliare davanti al sindaco Alessandrini, al suo vice Enzo Del Vecchio e al presidente dell’assise civica Antonio Blasioli. Le prime richieste delle parti sociali puntano sulla necessità di innalzare la fascia di esenzione alle famiglie con reddito Isee fino a 26mila euro e di rimodulare in maniera progressiva l’addizionale Irpef, prevedendo aliquote e scaglioni differenziati. «Nei giorni scorsi», spiega Coccia, «abbiamo partecipato agli incontri con la maggioranza. C’è stato qualche timido segnale come l’esenzione Irpef per i cittadini con reddito fino a 16.040 euro, ma è totalmente insufficiente».

«Per la prima volta in 10 anni», aggiunge Paolo Castellucci (Spi-Cgil), «non c’è stata alcuna trattativa sindacale con la giunta di centrosinistra. E’ una cosa grave per la storia della concertazione. I revisori ci chiedono sacrifici, ma a pagare sono sempre i poveracci che subiscono gli aumenti più alti sulla Tasi e le conseguenze di un passato di vacche grasse con le discussioni su traffico e rotonde».

La risposta ai sindacati arriva per bocca del sindaco: «Nessuno compie certe scelte sadicamente e a cuor leggero e nessuno vive su un’isola lontana. Il sindaco guadagna 3.500 euro al mese, con il taglio del 20% dello stipendio fate voi il calcolo. Sfido a trovare un amministratore delegato che guadagni la stessa cifra. Non vado in giro con l’auto blu, ma mi muovo in bici o a piedi. In questo momento c’è bisogno di responsabilità, poiché rischiamo di arrivare a fine anno senza più un euro per far funzionare la macchina amministrativa. Senza perdere il senso delle proporzioni dico che il nostro è un gesto fortemente simbolico».

«La politica deve uscire dalla logica degli annunci», conclude Alessandrini, «per questo vi chiediamo di essere giudicati per quello che faremo in un congruo lasso di tempo».

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