La regione riapre i confini Il 95% degli hotel è chiuso 

Difficile accogliere i turisti. Federalberghi: «La stagione dev’essere salvata»

PESCARA. Oggi riaprono i confini tra le regioni e riparte il turismo, ma in Abruzzo, attualmente, il 95% degli alberghi resta chiuso e molte strutture, circa il 30%, rischiano di non riaprire per la stagione estiva. Già si contano nomi noti di alberghi che non ce la fanno: dopo l’hotel Olimpic di Martinsicuro, anche il Maxim’s sul lungomare di Villa Rosa ha deciso di non riaprire nell’anno in cui festeggia 50 anni di attività.
«Noi contiamo nella riapertura del 70% degli alberghi», spiega Giammarco Giovannelli, presidente di Federalberghi-Confcommercio. «Dalle nostre proiezioni, probabilmente, il 30% resterà chiuso. Considerando che le prime strutture riapriranno intorno al 20 giugno, i mesi verità saranno quelli di luglio e agosto».
EFFETTO RIAPERTURA. C’è un dato diffuso dalla Regione: il 78% del turismo abruzzese è legato alla balneazione. Spiagge e mare raggiunti in prevalenza dai residenti del confinante Lazio (regione in cima al podio, soprattutto grazie ai romani) e da quelli della Lombardia (un gradino più in basso). La maggior parte dei sindaci della costa abruzzese ha espresso parere favorevole all’arrivo dei turisti dal Nord e anche la Regione si è detta pronta ad accoglierli senza alcuna preclusione o limitazione. Ma c’è un’altra faccia della medaglia: le attività ricettive, infatti, non sono ancora nelle condizioni di riaprire a causa della forte incertezza del mercato turistico su cui continuano ad incidere le problematiche legate all’emergenza sanitaria. Timori e perplessità ancora diffusi impediscono alle persone di programmare spostamenti per turismo soprattutto da una regione all’altra anche se da oggi non ci saranno più restrizioni alla mobilità interregionale.
«Bisogna aspettare almeno una settimana dalla riapertura dei confini per capire la reattività del mercato», spiega il presidente Giovannelli. «Ad oggi la domanda è stata bassissima ed è aumentata solo per chiedere informazioni, ma le conferme e le prenotazioni sono poche».
L’INCERTEZZA. In Abruzzo ci sono circa 850 alberghi con il fiato sospeso. «Non tutti possono permettersi la possibilità di riaprire senza una proiezione di fatturati e senza dati aziendali certi», spiega il presidente di Federalberghi. «Non è facile riaprire una struttura ricettiva nel rispetto di norme che rendono poco praticabili lo svolgimento dell’attività. Ci sono alcune norme che rendono le strutture ospedali piuttosto che alberghi. Chi riapre le attività lo fa applicando esclusivamente un senso di responsabilità nei confronti delle famiglie, del personale e dei territori per evitare di creare quartieri fantasmi. Auspichiamo che con la riapertura dei confini ci sia una risposta positiva da parte del turista che, nel rispetto delle norme e del distanziamento sociale, possa andare liberamente in vacanza».
«Ma c’è anche un problema economico», sostiene Giovannelli, «perché ci sono famiglie che non ricevono ancora la cassa integrazione da parte dello Stato e aziende che non hanno avuto l’accesso al credito. È chiaro che così crolla la capacità di spesa. È stato distrutto il commercio, il turismo e i servizi», aggiunge Giovannelli. «I risultati disastrosi li registreremo il 30 settembre sia per la quantità di impieghi che non verranno attivati sia per la quantità di piccole e medie attività che chiuderanno».
LE PROPOSTE. «In questi tre mesi abbiamo avuto rapporti di collaborazione quotidiana sulle prime versioni dei decreti sia sul perfezionamento delle ordinanze tra regioni e governo», conclude Giovannelli. «E abbiamo collaborato anche con i Comuni che hanno una mole di lavoro non indifferente in relazione all’accoglienza e alla gestione delle spiagge libere. Noi non contestiamo i protocolli del comitato tecnico scientifico. Nel rispetto delle regole, però, speriamo di avere la possibilità di renderle più applicabili e di non trasformare gli alberghi in ospedali. Abbiamo bisogno di riaprire e di far lavorare gli albergatori della nostra regione garantendo la massima sicurezza e offrendo una vacanza serena e tranquilla a tutti i turisti».
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