La variante Delta domina Quasi il 100% dei contagi 

Il genetista Stuppia: si diffonde con gli asintomatici, dobbiamo scovarli prima che sia tardi La sfida: tracciamenti e vaccini contro la quarta ondata causata da chi non sa di avere il virus

La variante Delta è a un passo dalla totalità dei contagi in Abruzzo. Colpisce con una percentuale maggiore i giovani. È quanto emerge dalle analisi eseguite dal laboratorio dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale di Teramo e dal Centro di Genetica molecolare dell’Università D’Annunzio di Chieti. I casi legati alla mutazione del virus continuano e salire. Mentre ricoveri e decessi sono, in Abruzzo, tra i più bassi d'Italia.
VARIANTE DELTA. L’incidenza attuale della Delta nella nostra regione ha superato abbondantemente il 90 per cento dei casi. E si avvicina al 100 per cento. Così spiegano al Centro gli esperti della D’Annunzio di Chieti-Pescara. Già ieri, la variante era oltre il 95 per cento e si calcola che all'inizio della prossima settimana ci sarà la trasformazione totale. Le prime regioni dove il genoma della Delta - isolato per la prima volta in India - è stato ormai riscontrato in tutti i campioni sequenziati sono Basilicata, Liguria, Molise, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta, provincia autonoma di Bolzano e Sardegna. Seguono Veneto, Piemonte, Lombardia, Lazio, Emilia Romagna e Campania, regioni, queste ultime, dove la sostituzione totale è arrivata più lentamente. In Abruzzo, Puglia e Calabria invece il ceppo originario è riuscito a resistere più tempo.
Dati scientifici alla mano, la variante indiana è molto più contagiosa, per questo motivo è diventata dominante nell'arco di un breve periodo. Ma c'è anche una notizia rassicurante perché la Delta non risulta più letale del ceppo originale. Quanto ai vaccini, quelli attualmente approvati dall'Oms, forniscono una notevole protezione contro le forme gravi della malattia e il ricovero in ospedale. In sostanza il virus è lo stesso di sempre, solo che è divenuto più abile a diffondersi.
IL RISCHIO PRINCIPALE. Il problema che che l'Abruzzo dovrà affrontare nelle prossime settimane, prima dell'arrivo dell'autunno, riguarda i contagi delle persone più giovani.
Si parla essenzialmente di soggetti asintomatici che, soprattutto in estate, non si accorgono di essere portatori del virus. Il rischio maggiore, per gli esperti, è quello di ritrovarsi in autunno con un'alta percentuale di persone asintomatiche che possono veicolare il virus molto velocemente.
PARLA L’ESPERTO. «Se ci porteremo appresso dopo l'estate un carico enorme di positivi», spiega il direttore del laboratorio dell’Università D’Annunzio, Liborio Stuppia, «faremo molta fatica ad affrontare l'emergenza che si trasformerà inevitabilmente in una nuova ondata del Covid. La quarta».
I TRACCIAMENTI. Per scongiurare questa situazione estremamente negativa non bastano purtroppo i tracciamenti, ma sono necessari soprattutto i vaccini. Il tracciamento di persone asintomatiche, principalmente giovani, può infatti diventare molto complesso.
«Parliamo», continua Stuppia, «di giovani che si contagiano nelle feste o nei locali pubblici. Per un tracciamento efficace avremmo bisogno ogni volta di avere i nomi delle persone presenti agli eventi. Quando avevamo a che fare con i nuclei familiari, oppure quando dovevamo tracciare le persone contagiate in ambito sanitario o lavorativo, era molto più semplice. Ma all'aperto e negli eventi dove partecipano decine di persone, soprattutto giovani, è impossibile fare la stessa cosa.
Immaginate una festa in un locale dove molti dei presenti non si conoscono tra di loro. Tracciare tutti i contatti diventa un’impresa».
COME CERCARLI. «Nelle ultime ore abbiamo eseguito 400 analisi nei drive-in», spiega il direttore del laboratorio, «sono cittadini che si presentano spontaneamente perché sanno di aver avuto un comportamento a rischio. In questi casi riusciamo a isolare i soggetti asintomatici ma non sappiamo se poi il positivo avvisi o meno tutti i propri contatti. E se poi in autunno rimarranno anche sacche scoperte di persone non vaccinate avremo problemi molto seri».
I NUOVI CASI. A conferma di questa escalation di contagi, tra persone asintomatiche, si assiste a un 'aumento dei positivi e dell’incidenza dei casi per 100mila abitanti. Ma allo stesso tempo non salgono i ricoveri. Alla luce degli ultimi dati l'incidenza settimanale dei contagi per centomila abitanti infatti è salita a 41. A livello territoriale è il Pescarese a mostrare i numeri più alti: l'incidenza cresce a 60. Poi ci sono il Teramano (50), l'Aquilano (31) e il Chietino (26).
Ieri i nuovi casi sono stati 85 con una prevalenza giornaliera nella provincia di Teramo dove si registrano 31 casi, seguita dal Chietino (24), dal Pescarese (24) e dall'Aquilano (9). E sono risultati positivi un bambino di 2 anni e un'anziana di 90, entrambi della provincia di Teramo. Nelle ultime 24 ore risultano guarite 32 persone, mentre gli attualmente positivi sono 53 in più rispetto al giorno precedente.
Il numero di tamponi molecolari analizzati ieri è sceso a quota 2.080, portando il totale dei test analizzati dall'inizio della pandemia a 1.259.790. I tamponi antigenici analizzati sono stati invece ben 4.093.
Il comune con il maggior numero di contagi è Pescara dove si contano 12 nuovi positivi. Il rapporto tra test molecolari eseguiti e il numero dei positivi si è attestato nella giornata di ieri al 4.08 per cento.
I RICOVERI. La pressione dei contagi sul sistema sanitario regionale resta però molto bassa. I ricoveri passano dai 22 di venerdì ai 23 di ieri, ma nessun paziente è in terapia intensiva. E non si registrano decessi: il bilancio delle vittime è fermo a 2.514. L’Abruzzo è tra le sei regioni con il tasso di occupazione più basso di posti in ospedale, che arriva a 1.75 per cento.
A livello nazionale le terapie intensive occupate sono al 2 per cento, con un lieve aumento nel numero di ricoverati, mentre nelle aree mediche nazionali la percentuale di occupazione è intorno al 3 per cento, rispetto al 2 per cento della scorsa settimana.