Lavori, i costruttori ricorrono al Tar contro il Comune

L’ente cambia le regole sulle opere di urbanizzazione L’Ance: duro colpo per le imprese che devono costruire

PESCARA. Una delibera, approvata il 26 marzo scorso dal consiglio comunale, ha scatenato una guerra legale tra l’ente e i costruttori edili di Pescara. L’Ance, l’associazione di categoria, ha presentato ricorso al Tar per richiedere l’annullamento parziale o la modifica di una delibera, che ha inasprito le regole per la realizzazione delle opere di urbanizzazione. D’ora in poi, le imprese che devono costruire hanno l’obbligo di avviare subito i lavori per strade, parcheggi e fogne per poter ottenere i permessi edilizi. Prima, invece, gli imprenditori ottenevano le licenze con la promessa di realizzare a fine intervento le opere di urbanizzazione. Il vecchio sistema, però, ha consentito ad alcune aziende di farla franca: strade, piazze, parcheggi e fogne non sempre sono stati realizzati in passato.

Le norme cambiate. Due regole, introdotte dal consiglio comunale negli schemi di convenzione urbanistica, hanno rivoluzionato i rapporti tra l’ente e le imprese. La prima è questa: «Tutte le opere di urbanizzazione primaria devono essere iniziate prima del rilascio di qualsiasi atto di assenso, relativo agli interventi edilizi previsti dal progetto urbanistico esecutivo». Questo significa che se l’impresa non avvia subito i lavori delle opere di urbanizzazione, non potrà ottenere i permessi.

Ma non è finita qui. Un’altra norma subordina il rilascio dell’agibilità di un edificio al collaudo delle opere di urbanizzazione. Così, se queste ultime non sono terminate, l’impresa non potrà ottenere l’agibilità e quindi non potrà vendere l’opera realizzata.

Le ragioni del Comune. «Abbiamo deciso di cambiare le regole», ha spiegato l’assessore all’urbanistica Marcello Antonelli, «perché il Comune si è trovato in passato a realizzare opere di urbanizzazione che avrebbero dovuto costruire le imprese». Il consiglio, quindi, ha voluto inasprire le regole per evitare altri danni alle casse dell’ente. «Noi vogliamo tutelare gli interessi pubblici», ha aggiunto Antonelli, «questo nuovo regolamento è rivolto soprattutto alle imprese poco serie. Non condivido affatto la scelta dell’Ance di presentare ricorso al tribunale amministrativo».

Le ragioni dei costruttori. «Ci sono alcuni passaggi di quella delibera che danneggiano le imprese edili». Si è espresso così il presidente dell’Ance Giuseppe Girolimetti, per giustificare la decisione del ricorso al Tar contro il provvedimento del Comune. «É incostituzionale», ha affermato, «costringere le imprese ad iniziare i lavori delle opere di urbanizzazione per poi costruire. Così si penalizza l’edilizia privata. Le ditte non hanno la liquidità necessaria per far fronte a tutti questi oneri». Secondo Girolimetti, il Comune avrebbe potuto agire in un altro modo, ottenendo lo stesso risultato ed evitando di penalizzare le imprese. «Il Comune», ha spiegato il presidente dell’Ance, «ha in mano le fideiussioni che le ditte versano a garanzia della realizzazione delle opere di urbanizzazione. Se queste non vengono costruite, il Comune può rifarsi trattenendo la fideiussione. Si può anche pensare di adeguarla al valore effettivo delle opere da realizzare».

Ricorso al Tar. Sono in tutto cinque gli articoli della delibera, che modifica gli schemi di convenzione urbanistica per i progetti esecutivi e per i piani di zona e attuativi, contestati davanti al Tar dai costruttori. Secondo l’Ance il provvedimento approvato sarebbe illegittimo per la violazione di alcune leggi nazionali e della normativa tecnica del Comune. Ma la giunta ha già dato mandato all’Avvocatura di opporsi al ricorso.

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