Morto l’ex assessore De Collibus storico sindacalista della Cgil

Aveva 76 anni. Amministratore comunale tra il 2003 e il 2008, si era battuto per la Monti e l’Aurum Tanti i messaggi di cordoglio. D’Aquino: «Il Fla sarà intitolato a lui, tra i suoi fondatori». Oggi l’addio
PESCARA. Aveva sempre una battaglia da combattere, il “compagno” Adelchi. Che fosse in strada, armato di striscioni rossi della Cgil a sostegno delle operaie della Monti negli anni ’80 oppure per far rinascere l’Aurum o, al fianco dei militanti per creare nuove, brillanti, iniziative culturali per dare lustro alla sua città. Come il Fla, il Festival di libri e altre cose che ha contribuito a fondare 18 anni fa e che quest’anno sarà dedicato alla sua memoria.
L’ultima battaglia l’ha persa ieri mattina Adelchi De Collibus, 76 anni, sindacalista della Cigl, un lungo attivismo nell’Arci, ex assessore comunale alla Cultura nella giunta di Luciano D’Alfonso tra il 2003 e il 2008, già consigliere dell’Ente Manifestazioni pescarese. È morto ieri alle 10 in ospedale, dove più volte era stato ricoverato in questo ultimo mese, per le conseguenze di una malattia che non gli dava tregua da circa due anni. Negli ultimi tempi si era trasferito da San Silvestro in centro.
Lascia la moglie Anna Maria, insegnante, e il figlio Mattia con la compagna Jaïrus, le sorelle Loretta e Lida, la suocera Concetta. «Papà» rivela, distrutto, Mattia, «era una persona buona e gioiosa che riusciva sempre a mettermi di buon umore. Mi ha dato tanto e mi mancherà tantissimo. Era un preziosa risorsa per me e per i tanti che lo hanno conosciuto».
La camera ardente è stata allestita dalle 14 di ieri nella sede della Cgil in via Benedetto Croce. Resterà aperta anche oggi dalle 8.30 alle 15. Alle 15.30 è prevista la funzione funebre laica per l’addio allo storico dirigente sindacale, nato a Milano nel 1945, ma cresciuto ad Atri, il paese natale di sua madre.
Galantuomo, di carattere mite, ironia dissacrante, colto, educato, sempre pronto all’ascolto, fermo e determinato, così lo descrive chi lo ha conosciuto.
Vincenzo d’Aquino, direttore del Fla e il fondatore, Giovanni Di Iacovo («per me è stato come un padre»), annunciano che l’edizione di quest’anno del Fla, in programma dal 18 al 21 novembre, sarà intitolata a lui: «Fu il primo a credere al festival, in un momento in cui immaginare un grande evento costruito intorno ai libri e alla lettura era ancora ritenuta un’impresa sconsiderata, se non addirittura impossibile». «Nei 60 mesi vissuti insieme per il governo della città», scrive il senatore Luciano D’Alfonso, «Adelchi ha donato ogni giorno la sua pienezza sociale e la sua solidità conoscitiva. Era un San Giovanni affidatario di questioni difficili da riordinare, generoso esigentissimo nell’ascolto, capace di produrre fermezza intransigente, senza rinunciare mai alla sua educazione».
Il presidente di Arci Abruzzo, Antonio Tiberio: «Abbiamo perso un uomo di straordinaria sensibilità e umanità, un fine intellettuale, un galantuomo, che ha saputo segnare con il suo stile inconfondibile, allo stesso tempo ironico e pungente, il panorama culturale pescarese».
Nicola Primavera, sindacalista Cgil di lungo corso, tira fuori «ricordi e foto dal cassetto: dall’assemblea per la Monti alla stazione di Pescara, alle lotte per altre imprese in difficoltà con Giustino Zulli e Bruno Birindelli. Ho viva memoria di quegli anni, era leale e corretto, uomo di grande cultura e visioni».
Lotte portate avanti anche da Gianni Melilla che con De Collibus ha «condiviso una intensa attività sindacale» tra Cgil, Pci e Arci. Armando Mancini, ex manager Asl: «Adelchi aveva capacità di comprendere realtà culturali differenti e di essere, nel suo elevato spessore culturale, estremamente pragmatico». Tommaso Di Biase, architetto, ex assessore all’Urbanistica: «Ricordo come fosse ieri le iniziative culturali realizzate insieme negli anni della Clua, la cooperativa libraria nata nel 1974, fondata da studenti e docenti della facoltà di Architettura. Da colleghi di giunta, le battaglie per il recupero dell’Aurum, per fare il Ponte del Mare e i 30 parchi cittadini, il film commission pescarese del regista Mario Di Iorio. Era ironico, distaccato, divertente. Ci mancherà». Dai social, zeppi di messaggi di affetto, Marco Presutti, docente di Latino: «Tu detestavi la retorica celebrativa, vivevi spontaneamente l'antica saggezza del nulla di troppo. Quanto vorrei sentirti dire ancora “nulla ci è risparmiato”. Buono e generoso, hai sempre coltivato gli ideali della giustizia sociale».
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