Pescara in lutto, addio a Dante Baldassarre: «Un pilastro per tutti noi»

È stato lo storico titolare dello stabilimento L’Adriatica, oggi alle 10.30 i funerali. Il ricordo di Padovano (Sib): «Era fiero del suo lavoro e dava sempre consigli preziosi a tutti»
PESCARA, Ci sono addii che sembrano fermare il tempo, come quando si chiude . un ombrellone che è rimasto aperto per generazioni. Con la scomparsa, a 75 anni, di Dante Baldassarre, storico proprietario dello stabilimento “L’Adriatica”, non se ne va soltanto un balneare, ma un pezzo di storia della città di Pescara: un uomo che ha attraversato decenni di mare e di cambiamenti senza mai tradire la semplicità delle origini. Oggi, alle 10.30, nella chiesa di Sant’Antonio, l’ultimo saluto a una figura che ha legato la propria esistenza a un’idea di lavoro fatta di sacrificio e continuità.
la famiglia baldassarre
Quattro generazioni che si sono date il cambio sulla spiaggia, custodendo un mestiere diventato, con il passare degli anni, identità. L’Adriatica, gestito dalla famiglia Baldassarre da ottant’anni, è molto più di una concessione: è memoria viva, che attraversa il Novecento e arriva, fino a oggi, senza interruzioni. Prima il padre Arturo. Poi Dante che, prima di morire, ha trasmesso ai figli Stefano e Arturo una tradizione che, dal 1938, non si è mai interrotta.
la PESCARA di una volta
Negli anni ’60, quando il mare era ancora un rito collettivo, i bagnanti arrivavano con il treno da tutto l’Abruzzo e, spesso, anche da fuori Regione. Il tempo di sbrigare una commissione in città e poi, quasi senza pensarci, si finiva in spiaggia per un tuffo. I costumi si affittavano direttamente sul posto. Tutto era più semplice, lento e condiviso. «Il mare era libero», raccontava proprio Dante un’intervista rilasciata, nel 2020, al Centro, quando ormai era diventato la memoria storica dell’Adriatica dopo la morte del padre Arturo, avvenuta nel 2012 a 92 anni. «Le famiglie arrivavano con le carrozze, li chiamavamo “i signorotti”. Venivano dal centro, dai Colli, qualcuno perfino da Roma. I più ricchi si portavano i camerieri e si fermavano sempre a mangiare: spaghetti con le vongole, brodetto, pesce arrosto. Io stavo nel chioschetto delle bibite e aiutavo mio zio per farmi regalare una gazzosa a metà giornata. La nostra famiglia è nata al mare».
il ricordo dei balneari
La sua scomparsa lascia un vuoto profondo in coloro che lo hanno conosciuto. Il presidente del Sib-Confcommercio, Riccardo Padovano, lo ricorda così: «Un pilastro, un punto di riferimento. Dante era orgoglioso del lavoro che ha portato avanti tutti questi anni, con la moglie e i figli. I suoi consigli erano preziosi, il suo entusiasmo contagioso».

