Risse in piazza Muzii a Pescara parlano gli esercenti: «Colpa di altri locali»

30 Dicembre 2025

L’avvocato Lucchi: «Ci sono bar che vendono alcol ai minori Mancano controlli e sanzioni. I rumori? Non sono diminuiti»

PESCARA. Risse, danneggiamenti e schiamazzi notturni tornano a scuotere piazza Muzii, ma i commercianti rompono il fronte delle accuse e respingono ogni generalizzazione. Gli esercenti dell’area simbolo della movida pescarese prendono ufficialmente le distanze dagli episodi di violenza che nelle ultime settimane hanno infiammato il centro cittadino.

«Tali fatti disdicevoli sono dovuti, con ogni evidenza, a pochi locali ben determinati ed identificabili», afferma l’avvocato Andrea Lucchi, portavoce delle attività e già ricorrente contro il Comune per la cosiddetta “ordinanza Cenerentola”. Il provvedimento impone, nei fine settimana, la rimozione di tavolini e sedie allo scoccare della mezzanotte e il divieto di vendita di alcol. Per il legale il nodo è chiaro e va oltre le ordinanze generalizzate: alcuni locali del centro, sostiene, «operano pratiche commerciali scorrette, quali la vendita ai minorenni di superalcolici e la vendita di bevande alcoliche a prezzi nettamente inferiori a quelli di mercato». Condotte che, denuncia Lucchi, sarebbero state «ripetutamente segnalate all’amministrazione» senza che «ad oggi siano state irrogate sanzioni di alcun genere».

I COMMERCIANTI  A sottoscrivere la presa di posizione sono i pubblici esercizi che insistono nell’area del Piano di risanamento acustico di piazza Muzii. L’elenco è lungo e trasversale: Distilleria Clandestina, Besa, Il Boia, Paloma, Caffè delle Merci, Mirror, DOC, Pachamama, Ittico, City Bar, Switch, Zolfo, Hai Bin, Gatsby, Shaka Brew, Posa, Wild, Visaggio, Antica Panetteria Alessandra e LeBar Noir. «Le attività suddette intendono prendere formalmente le distanze dagli ultimi fatti di cronaca», scrive il legale, riferendosi a risse, danneggiamenti e schiamazzi «avvenuti anche ore dopo la chiusura dei pubblici esercizi». Il riferimento è alla violenta aggressione della notte tra il 12 e il 13 dicembre, quando un ragazzino è stato picchiato da un gruppo di minorenni. Un episodio che riaccende la tensione tra gli esercenti, già sul piede di guerra per una stretta che dura da mesi.

LA STRETTA  «Il protrarsi di gravissime restrizioni orarie nei fine settimana», prosegue Lucchi, «non solo non ha prodotto alcuna efficacia nella riduzione del rumore antropico, ma ha ottenuto l’effetto contrario». Secondo i commercianti, le ordinanze stanno «mettendo in crisi attività sane e rispettose delle regole», favorendo la loro sostituzione con realtà «che operano in maniera discutibile e attirano una clientela non di qualità». Uno scenario che, denunciano, rischia di alimentare degrado e illegalità. Un copione già visto a Pescara Vecchia, dove le ordinanze anti movida sono ancora in vigore, l’affluenza è in calo e non mancano episodi di violenza che richiedono l’intervento delle forze dell’ordine. «È evidente», conclude il legale, «che questi sviluppi non sono quelli auspicati neppure dai residenti che il Piano di risanamento acustico avrebbe dovuto tutelare».