Nomine all’Ente manifestazioni ma all’interno del Pd è bufera

Entrano nel consiglio di amministrazione Ferri, Consoli e Lazic, confermati Zola e Di Giacomo Un gruppo di consiglieri contesta le scelte di Alessandrini, accuse anche al capogruppo Presutti

PESCARA. Il sindaco Marco Alessandrini ha nominato i 5 nuovi rappresentanti del Comune all’interno del consiglio di amministrazione dell’Ente manifestazioni pescaresi. Tra le new entry ci sono Giampiero Consoli, docente di Scienza delle professioni educative dell’università d’Annunzio, il giornalista Paolo Ferri e la cantante lirica ucraina Aleksandra Lazic, moglie del giornalista Lorenzo Labarile. Confermato il regista William Zola, già presente nel cda. Confermato anche, su indicazione dell’opposizione, Marco Di Giacomo.

Ma appena il sindaco ha firmato, giovedì scorso, i decreti di nomina, è scoppiata la bufera all’interno della maggioranza. In particolare nel Pd, il partito di Alessandrini. Alcuni consiglieri hanno contestato le scelte del primo cittadino, in quanto non condivise all’interno della coalizione. In pratica, il sindaco avrebbe scelto i componenti del consiglio di amministrazione senza avvertire la maggioranza e alcuni consiglieri sarebbero venuti a conoscenza delle nomine addirittura da esponenti dell’opposizione. Secondo una ricostruzione di alcuni consiglieri dissidenti, Alessandrini avrebbe fatto le sue scelte interpellando solo il capogruppo del Pd Marco Presutti.

Insomma, quanto basta per riaprire alcune ferite all’interno del Partito democratico mai sanate completamente. Fatto sta che alcuni giorni fa si sarebbe svolta una riunione di maggioranza infuocata in cui sarebbero state avanzate precise accuse nei confronti del sindaco e del capogruppo.

Successivamente una delegazione del Pd, composta Francesco Pagnanelli, Simona Di Carlo, Leila Kechoud, Fabrizio Perfetto e Antonio Natarelli, si sarebbe presentata da Alessandrini per criticare il metodo adottato dal sindaco e qualcuno avrebbe persino richiesto la testa del capogruppo. «Al conclave che si è svolto alcune settimane fa a Celano», avrebbero detto gli esponenti del Pd, «era stato stabilito che le scelte di carattere amministrativo devono essere condivise dall’intera maggioranza. Invece, alla prima occasione questo principio è stato tradito».

Ancora più esplicito è stato Pagnanelli. «Nel gruppo Pd non si è mai parlato delle nomine», ha rivelato, «è vero che la scelta spetta al sindaco, ma il capogruppo deve informare il suo gruppo. Presutti non fa da raccordo tra l’amministrazione e i consiglieri e ora c’è chi non lo riconosce più come capogruppo». La questione, ha anticipato il consigliere, verrà affrontare in una delle prossime riunioni del Pd.

Intanto il capogruppo, contattato dal Centro, ha voluto rilasciare solo una breve dichiarazione per non alimentare la polemica. «C’è stato un avviso pubblico e spetta al sindaco fare le nomine in base alle competenze dei singoli candidati», ha affermato.

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