Orari della movida troppo brevi: i gestori dei locali fanno ricorso 

Impugnata al Tar l’ordinanza del Comune che impone la chiusura a mezzanotte durante la settimana Adesso anche bar e ristoranti chiedono il risarcimento per i danni subiti a causa dello stop anticipato  

PESCARA. Hanno investito nel distretto del food and beverage più grande di Pescara, ma ora si sentono danneggiati dalle decisioni prese dal Comune e sono passati al contrattacco. Una quarantina di locali, tra ristoranti, pizzerie e cocktail bar della zona di piazza Muzii hanno presentato un ricorso al Tar, corredato di una richiesta di risarcimento danni. Il provvedimento, curato dall'avvocato Andrea Lucchi, sarà solo il primo di una lunga serie. «Ci sono motivi di diritto inerenti in particolare la reiterazione delle ordinanze sindacali a partire dal mese di giugno fino ad ora, senza soluzione di continuità», sottolinea l'avvocato. «Addirittura la media della durata di questi provvedimenti è di 7 giorni. Credo che sia una manovra ostruzionistica del Comune per quello che riguarda la presentazione dei ricorsi verso le singole ordinanze. Per adesso ci siamo concentrati sulla prima del mese di novembre, che valeva dal primo al 14, ma poi andremo avanti anche con le altre ordinanze», annuncia il legale. «Chiederemo al Tar di pronunciarsi sia sulla legittimità delle ordinanze sindacali reiterate in questo modo e sia in merito al risarcimento dei danni subiti».
Proprio per fare il conto di quanto i provvedimenti, a detta degli esercenti, abbiano inciso sugli incassi, il ricorso è stato corredato delle dichiarazioni, di ogni singolo locale, relative a quei 15 giorni, messe a confronto con quelle delle stesse due settimane del 2019, prima del Covid. «Ci sono punte di calo che si aggirano anche sul 70 per cento», rivela l'avvocato, «che riguardano soprattutto i cocktail bar. Quelli cioè che proprio nel dopo cena hanno il clou del loro business. Per i ristoranti le perdite sono più contenute e si aggirano sul 20-30 per cento». Dalla documentazione presentata, viene fuori una richiesta di risarcimento danni che dovrà essere calcolata proprio in base ai raffronti a cui si aggiunge una somma forfettaria di 5 mila euro per ciascuna attività inserita nel ricorso.
«È chiaro», specifica l'avvocato, «che stiamo parlando dei danni relativi solo a questa ordinanza, a cui andremo a sommare quelli che verranno fuori nei ricorsi relativi alle altre». Se è vero che l'amministrazione da giugno ha cominciato a regolamentare in maniera sistematica gli orari per i bar e i ristoranti della città, è da ottobre che ha deciso di adottare provvedimenti differenti per la zona di piazza Muzii e quella del centro storico. Pescara vecchia da quel mese viene equiparata al resto della città e dunque vive una maggiore flessibilità.
Una disparità che non è mai andata giù agli esercenti di piazza Muzii e che ha rappresentato lo stimolo per partire con l'azione legale. Il Comune si trova ancora di più tra due fuochi e le fiamme sembrano sempre più vicine e calde da entrambi i lati. Solo pochi giorni fa, i residenti del comitato Tranquillamente Battisti hanno richiesto 2 milioni e mezzo di risarcimento per il rumore notturno. Adesso arriva il ricorso delle attività a dimostrazione di un equilibrio che difficilmente si riuscirà a trovare.
Intanto il sindaco Carlo Masci questa settimana dovrà decidere quali saranno gli orari per le feste, dal 20 dicembre al 6 gennaio. Nella riunione di venerdì con le associazioni di categoria si è parlato di uniformità su tutta la città e di una maggiore flessibilità tutti i giorni, forse le 2, e con ulteriori allentamenti nelle giornate di festa.