Ospedali di Penne e Popoli: boccata d’ossigeno fino al 2022 

Via libera alla Camera all’emendamento presentato dal deputato M5S Colletti: slitta il rischio chiusura Ora si attende il piano di riorganizzazione dalla Regione. Pettinari: «Riportare il personale adeguato»

PENNE. C’è un anno di tempo in più per salvare l’ospedale San Massimo di Penne. Ieri mattina, la commissione Affari costituzionali alla Camera, ha approvato un emendamento presentato dal deputato del Movimento 5 Stelle, Andrea Colletti: viene così prorogata fino al 30 aprile 2022 la deroga al decreto Milleproroghe sulla riorganizzazione ospedaliera.
«Ciò significa», spiega Colletti «che grazie a questo emendamento gli ospedali di Penne e Popoli, così come altri che si trovano nel cratere sismico del Centro Italia, potranno evitare la chiusura o il declassamento». Nel novembre 2017 era stato approvato un emendamento, presentato dal deputato Antonio Castricone e sottoscritto da Colletti, che prevedeva la deroga del decreto Lorenzin per gli ospedali all’interno dei crateri simici, riguardando per l’Abruzzo il presidio di Popoli. Un successivo emendamento, a firma di Colletti, nel novembre 2018 ampliava la sospensione della chiusura dei presidi alle strutture ospedaliere in un raggio di 30 chilometri di distanza dal cratere sismico.
«Con il secondo emendamento», chiarisce il deputato pentastellato, «abbiamo inserito l’ospedale di Penne nell’elenco delle strutture oggetto della deroga. Questa scadeva il 30 aprile 2021, ma con l’atto appena approvato siamo riusciti a prorogare il termine al 30 aprile 2022. La Regione ha ancora più tempo per salvare l’ospedale e garantire un servizio sanitario ai cittadini dell’area interessata. La cornice legislativa c’è: ora si spera che non vengano più accampate scuse».
Il futuro dell’ospedale di Penne dipende quindi solo dall’intervento della Regione. L’assessorato alla Sanità dovrà presentare un piano di riorganizzazione, che dovrà essere approvato dal tavolo di monitoraggio composto dai ministeri delle Finanze e della Salute. L’ospedale di Penne conta circa 40 posti letto, un numero che si è ridotto notevolmente negli ultimi anni (nel 2005 erano 150).
«Ci sono reparti che rappresentano un’eccellenza in tutta la regione, come Ortopedia e Gastroenterologia», sottolinea il vicepresidente del consiglio regionale Domenico Pettinari, «eppure le gravi carenze di personale creano enormi liste d’attesa. I medici sono stati assunti, ma sono rimasti parcheggiati all’ospedale di Pescara». È il caso di Gastroenterologia, dove sarebbe dovuto arrivare un medico in sostituzione di un pensionamento, ma anche di Ostetricia e Ginecologia. Nel presidio inoltre è attiva solo una unità operativa complessa di Medicina: «Le altre sono tutte strutture depotenziate che, nonostante le professionalità rimaste, non sono nelle condizioni di garantire un servizio adeguato. Ora non ci sono più alibi», prosegue Pettinari, «L’ospedale di Penne non deve più sottostare ai dettami stringenti del decreto Lorenzin. La Regione, che finora non ha fatto nulla, o mette in atto la deroga governativa e restituisce a Penne quel che gli spetta, oppure si dica chiaramente che si vuole chiudere il San Massimo. Ma non per colpa del governo».
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