Parco fluviale sommerso dall’erba

Pista ciclabile invasa da siringhe e rifiuti, area giochi chiusa dal 2007

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PESCARA. «Sorridi, sei in un’area videosorvegliata». La telecamera del parco fluviale è puntata sul degrado: l’obiettivo riprende l’erba alta, i rifiuti abbandonati, il viavai dei disperati.
Il messaggio continua: «La registrazione è effettuata dall’amministrazione provinciale per fini di sicurezza e tutela del patrimonio». È un messaggio che sa di beffa: il parco fluviale, progetto lanciato dall’amministrazione provinciale di Giuseppe De Dominicis, versa nel degrado.

La pista ciclabile collega Pescara vecchia con il quartiere Villa Fabio. I padroni della pista ciclabile sono soltanto i vandali, i tossicodipendenti e i disperati: il parco fluviale continua a essere un’area di Pescara vietata ai cittadini.
Si accede al parco fluviale passando accanto al bastione della fortezza antica di Ostia Aterni: sotto l’arco cinquecentesco in mattoni, si accumula l’immondizia. Solo quindici metri e si vede un materasso matrimoniale gettato a terra tra i rifiuti. Accanto al letto, ecco un altro giaciglio a un passo dall’immondizia. Questo è il luogo scelto dai senzatetto per rifugiarsi dagli occhi della città: un posto dove si vive da fantasmi.

Proseguendo verso Villa Fabio, il parco fluviale mostra il suo lato peggiore fatto di sporcizia, incuria e abbandono. La distesa d’erba è alta un metro e mezzo: l’erba è cresciuta selvaggia anche intorno alla casa in legno pensata per dare un luogo d’incontro alle associazioni cittadine. La casa, invece, è stata incendiata dai vandali e le finestre sono sbarrate con le tavole di legno, catena e lucchetto. Al di là del vetro spaccato per i colpi sferrati con le spranghe, si vede l’interno: un tavolo dove sono poggiati una bottiglia d’acqua, un martello e lo specchietto di un’auto; gli attrezzi da giardinaggio - una scopa, una pala, un rastrello - che nessuno usa; le taniche con dentro sostanze liquide.

L’erba ricopre i giochi in legno per i bambini: installati da due anni, l’altalena e il castello non sono stati usati neanche una volta. Il parco, pronto per la festa dell’inaugurazione, è rimasto abbandonato: l’inaugurazione, fissata al 7 ottobre 2007, è slittata a data da destinarsi. I cancelli sono sbarrati.
Il giro al parco fluviale continua passando accanto alle buste dell’immondizia piene di erba secca: i lavori per sfalciare l’erba delle aiuole sono cominciati. I sacchi di spazzatura ne sono la prova ma sono stati lasciati a terra.

Nel mirino dei vandali, i lampioni come al solito: uno è stato distrutto alla base.
Lungo la pista ciclabile, tra i fiori, la siepe e le erbacce, si confonde l’immondizia: non ci sono soltanto fogli di carta e bottiglie di plastica, ma decine di siringhe usate dai tossicodipendenti. In dieci metri quadrati, è possibile contarne quindici. Sul marciapiedi anche un laccio emostatico: qui ci si buca alla luce del sole. Il parco fluviale è snobbato dai cittadini perché trasmette paura: il cartello con su scritto «Sorridi, sei in un’area videosorvegliata» non basta a frenare le incursioni dei vandali, dei tossicodipendenti e dei disperati.