sanità in abruzzo

Penne, bimbo di 2 anni ha un collasso, ma l’ambulanza non c’è

Il piccolo portato dal reparto di Pediatra al pronto soccorso con la macchina del medico e poi trasferito all'ospedale di Pescara. La madre: rischio inaccettabile

PENNE. Un bimbo di 2 anni è stato salvato dopo un malore improvviso dalla prontezza di una pediatra dell'Utap che lo ha soccorso e accompagnato personalmente al pronto soccorso perché l’ambulanza sarebbe potuta arrivare solo dopo mezz’ora. È successo giovedì intorno alle 19.30 a Penne.

Da qualche giorno il piccolo accusava crisi febbrili e così la mamma, la signora Silvia Chiarella, ha deciso di farlo visitare dalla pediatra di fiducia a Penne. «Pur essendomi trasferita da qualche tempo a Marina di Città Sant'Angelo», raccontato la mamma, «ho voluto per i miei figli sempre la stessa pediatra di Penne. Giovedì pomeriggio, dopo aver fatto visitare mio figlio nello studio della dottoressa all'Utap, me lo sono visto svenire tra le braccia poco dopo essere uscita dall'edifico dell’Unità territoriale assistenza primaria, in via Caselli. In preda al panico sono rientrata all'Utap e con l'aiuto della dottoressa abbiamo chiamato i soccorsi del 118. L'ambulanza ha tardato mezz'ora per arrivare e così la dottoressa ha deciso di accompagnarlo personalmente al pronto soccorso del presidio ospedaliero del San Massimo. Dopo essere stato visitato, mio figlio è stato immediatamente trasferito all'ospedale di Pescara dove è tuttora ricoverato nel reparto di pediatria. Grazie a Dio tutto è andato per il meglio. Devo ringraziare il caso», aggiunge la donna, «il fatto che mi trovassi nei pressi dell'ambulatorio e che la dottoressa che si è assunta la responsabilità di portare il mio bambino in ospedale. Quel che accaduto non dovrebbe mai accadere. Il mio racconto vuole essere monito affinché chi di doveri cerchi le soluzioni per far sì che certi episodi non si verifichino mai più», continua Chiarella.

Il ritardo dell'ambulanza è stato dettato dal fatto che il mezzo di soccorso sarebbe dovuto arrivare da Pianella perché quello di Penne non era disponibile.

La vicenda evidenzia come l'ospedale di Penne necessiti di rimanere attivo. Il San Massimo copre un territorio molto vasto e con gravi difficoltà legate alla viabilità. In base alle nuove direttive sanitarie regionali, l'ospedale avrà un pronto soccorso che non può assistere i codici rossi, ovvero in pericolo di vita. Se un episodio come quello accaduto a Penne giovedì pomeriggio accadesse in pieno inverno a Farindola, sarebbe assai più complicato arrivare a Pescara, nel più vicino ospedale attrezzato, senza rischi per la vita del malato.

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