Per ora niente salvataggio delle concessioni balneari

26 Gennaio 2023

Slitta di quattro mesi la decisione del governo che non vuole sfidare l’Europa Su 891 titolari di stabilimenti resta lo spettro della scadenza al 31 dicembre

PESCARA. Sulle concessioni per i balneari in scadenza il 31 dicembre 2023 il governo Meloni non decide lasciando con il fiato sospeso 891 titolari di stabilimenti balneari che in Abruzzo vivono di turismo estivo.
Nell'incontro di maggioranza con il ministro Raffaele Fitto, si legge in una nota, «si è convenuto di istituire un tavolo interministeriale, nonché di aprire un immediato confronto con le categorie e le istituzioni interessate».
Si è scelto, in altre parole, di posticipare di 3-4 mesi, da fine febbraio alla primavera, la scadenza per il governo per mettere mano a un decreto legislativo più complessivo sulle concessioni. Una delega affidata all’esecutivo di centrodestra grazie al ddl Concorrenza approvato dal precedente governo e da esercitare attraverso decreti attuativi. Si arriverà quindi alle porte dell’estate senza avere alcuna certezza sulla sopravvivenza di concessioni balneari su cui le imprese del settore hanno investito risorse “al buio”, sotto la spada di Damocle della scadenza a fine anno.
Ma perché il governo di centrodestra ha deciso di prendere tempo? La risposta è puramente strategica: un'ulteriore proroga delle attuali concessioni balneari non sarebbe accettata dalla Commissione europea, che ha già messo sotto infrazione l'Italia per il mancato rispetto della direttiva Bolkenstein nella liberalizzazione del settore. Il termine (31 dicembre 2023 oppure 2024 in caso di specifiche motivazioni dei concedenti) per la messa a gara delle concessioni attuali non cambia.
Pesa, oltre ai margini ridotti di manovra nella trattativa con l’Europa, anche la posizione espressa dal Consiglio di Stato che ha detto chiaramente no all’ipotesi di uno slittamento. Nella partita delle concessioni balneari c’erano anche gli emendamenti presentati da Lega e Forza Italia al decreto Milleproroghe per chiedere la proroga delle concessioni in scadenza, che però restano congelati in attesa dell'istituzione del tavolo interministeriale. Tra gli emendamenti peraltro ce n’è uno targato Abruzzo.
Via il termine del 31 dicembre 2023 per le concessioni balneari, la cui efficacia è estesa «fino all'approvazione della legge di riforma organica della relativa disciplina», e quanto prevede la modifica al decreto Milleproroghe presentato da senatori di Fratelli d'Italia tra cui l’aquilano Guido Liris.
«Sappiamo che c'è un'interlocuzione da parte del governo, anche con l'Europa, per trovare la migliore soluzione su questo tema», spiegano i firmatari dell’emendamento salva concessioni balneari, «da parte nostra l'attenzione è massima: anche in seno alla Commissione Bilancio abbiamo ritenuto opportuno focalizzare gli sforzi sul questo grave problema che coinvolge migliaia di imprese». Per le quali il destino sembra però segnato. Ed è quello di vedersi sottrarre i diritti su concessioni che, tra un anno, andranno all’asta secondo le regole della concorrenza. (l.c.)