Pescara, i commercianti di Porta Nuova contro il Comune: «Qui neanche una luce»

La protesta di residenti e negozianti per la mancanza di luminarie nel centro storico. «Perché nessuno pensa a noi e tutte le manifestazioni si svolgono nelle vie del centro?»

PESCARA. Se il salotto buono della città si illumina di luci d'artista, il centro storico «è spento e triste». E i commercianti, insieme ai residenti, protestano contro l’amministrazione comunale: «Anche a Porta Nuova è Natale, ma senza luci non si avverte il clima natalizio». Per questo innalzano cartelli in piazza Unione e nero su bianco domandano all’assessore ai grandi Eventi: «Cuzzi, il centro storico fa parte di Pescara?». «Perché se la risposta è sì, anche questo quartiere vuole le sue luci d’autore. Qualora non fosse possibile, almeno le semplici luminarie».

«Perché nessuno pensa a noi e tutte le manifestazioni si svolgono nelle vie del centro?», chiede Sergio Simoncelli, l’imprenditore della Sea che ha ideato il messaggio di piazza e che da anni illumina i palazzi e i monumenti storici cittadini investendo di tasca propria. Da alcuni giorni sta tenendo riunioni con gli esercenti per spingere l’amministrazione a illuminare il quartiere di D’Annunzio e Flaiano.

Valeria Placidi dirige da 18 anni due negozi di abbigliamento e scarpe in corso Manthonè: «Gli altri anni mi sono fatta promotrice tra i commercianti per raccogliere fondi per le luci di Natale. Io, con due negozi, ho sempre pagato tariffa doppia, 140 euro, ma quest’anno le strade qui intorno sono buie, una tristezza infinita. I musei di D’Annunzio e delle Genti sono aperti e i turisti arrivano, ma non si respira il clima natalizio. Le luminarie servono anche ad attrarre gente, il Comune avrebbe dovuto portare qualche manifestazione anche da noi».

Per la verità un albero di Natale luccicante, l'amministrazione comunale lo ha fatto posizionare in piazza Garibaldi, davanti al circolo Aternino. I ragazzi con lo skate ci girano intorno divertiti, ma i commercianti non gradiscono le rumorose evoluzioni sul marmo della piazza che ospita il monumento ai caduti e dove si affaccia la storica merceria di Sergio Mazzaferro. Il titolare della Casa del corredo, appassionato di luminarie tanto da raccogliere in giro per l’Italia foto e video, si lamenta del degrado del centro storico ma difende l’operato del Comune sulle luci d’autore. «Il centro storico», chiosa Mazzaferro, «ha bisogno di attenzioni, siamo molto trascurati. La mattina troviamo escrementi e residui dei bagordi della notte agli angoli dei negozi, questo quartiere ha bisogno di decoro e parcheggi. Non di vigili che multano a un minuto dalla scadenza del tempo consentito. Le luci d’autore sono una sperimentazione e non si potrebbe attuare su tutta la città perché costerebbe troppo». Quindi lancia la sua idea: «Bisogna spalmare gli eventi sulla città allargando il movimento del centro». Quanto ai commercianti, dice: «Un tempo andavo io stesso, negozio per negozio, a raccogliere fondi per le luminarie rilasciando tanto di ricevuta, ma oggi non è così facile convincere un negoziante a tirar fuori i soldi».

«Non è vero», ribattono Gabriele e Tiziana D’Ascenzo dell’ottica di largo dei Frentani, «noi un contributo di 50 euro lo daremmo, se servisse ad evitare questo mortorio. Non siamo considerati. L’ultima volta che questa zona ha visto le luminarie è stato forse venti anni fa. È vero anche che all’epoca qui c’erano tanti negozi e oggi siamo rimasti in pochi ma le luci fanno il Natale e qui il Natale non si vede». Sul piede di guerra anche numerosi bar, pub e ristoranti: Caffè letterario, Taverna 58, Il Pinguino, Samboa, Julius, Vecchia Pescara, pizzeria Trieste, Il Brillo Parlante, Il Divino.

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