Pescara, il sansificio deve rimanere spento I fumi superano due volte i limiti

I controlli sulle emissioni dell’azienda di strada Torretta hanno dato di nuovo esito sfavorevole. Sforati i valori di monossido e carbonio totale. La Provincia ha chiesto di non riattivare l’impianto

PESCARA. Il sansificio, spento dal 15 gennaio scorso, non può essere riacceso. Gli ultimi controlli effettuati da una ditta specializzata, su richiesta dell’azienda Schiavone biocalore, di strada vicinale Torretta, hanno dato esito sfavorevole: i fumi emessi nell’aria, più precisamente il monossido e il carbonio organico, hanno superato oltre due volte i limiti di legge. Per questo motivo la Provincia, dove aver ricevuto una consulenza dell’Arta, ha richiesto all’azienda di non procedere alla riattivazione dell’impianto, almeno fino alle prossime analisi.

Insomma un’altra tegola si è abbattuta sul sansificio, già ritenuto in precedenza responsabile dall’amministrazione comunale della puzza che ha invaso Pescara nel dicembre scorso. Da quel momento, l’azienda è finita sotto osservazione. Sempre due mesi fa, si è vista revocare l’autorizzazione a causa di una postazione di campionamento non idonea. Ma quell’atto ha avuto vita breve, perché il sansificio si è messo subito in regola e dopo 24 ore l’amministrazione provinciale lo ha annullato consentendo allo stabilimento di riprendere l’attività fino al 15 gennaio.

Per quanto riguarda i fumi, l’impresa ha ricevuto a fine anno una diffida dalla Provincia a mettersi in regola con le emissioni, perché già allora, dai controlli effettuati dall’Arta, erano risultati valori ben oltre i limiti. Il 15 gennaio scorso, i fratelli Schiavone, titolari del sansificio hanno incaricato una ditta specializzata di fare nuovi esami delle emissioni e nell’attesa dei risultati i proprietari, su richiesta della Provincia, hanno spento l’impianto.

L’esito dei controlli, tanto atteso, è stato reso noto all’ente mercoledì scorso, ma solo ieri sono trapelati i dati tenuti fino a quel momento riservati. Dai controlli è emerso il superamento dei limiti, fissati nel quadro riassuntivo delle emissioni autorizzato, di due parametri: il monossido di carbonio e il carbonio organico attivo. Il monossido ha fatto registrare 1.963 milligrammi per metro cubo, contro il limite di 800 stabilito dalla legge per la sicurezza. Mentre il carbonio organico totale ha toccato quota 366 milligrammi per metro cubo, contro il tetto non superare di 140.

«Il consulente dell’impresa», spiegano fonti della Provincia, «asserisce che i superamenti sono stati determinati dal malfunzionamento dell’impianto di abbattimento. Anomalia che è stata formalmente segnalata dall’impresa già nella serata del giorno in cui è stato effettuato il campionamento e di cui non si era a conoscenza al momento del campionamento. L’impresa, comunque, ha già provveduto a riparare i guasti».

A seguito di questi risultati, la Provincia si è consultata con l’Arta e ha quindi richiesto al sansificio di non riattivare l’impianto, tenendo anche conto che mercoledì prossimo si terrà un incontro tra Provincia, Arta e impresa e in quella sede verrà richiesta la ripetizione dei controlli dei fumi. L’amministrazione provinciale spera che il sansificio rimanga spento fino a quando le emissioni degli inquinanti atmosferici non torneranno nei limiti. Tuttavia, non sono stati emanati provvedimenti che obblighino il sansificio a rispettare la richiesta di mantenere spento l’impianto per la sansa. E, tra l’altro, non è chiaro nemmeno chi dovrebbe emanarli. La Provincia, cui spetta il rilascio all’impresa dell’autorizzazione ad operare, o il sindaco, massima autorità sanitaria della città? E c’è chi si chiede, a questo punto, se nel dicembre scorso, quella puzza che ha invaso tutta Pescara, abbia avuto qualcosa a che vedere con il superamento dei limiti delle emissioni dei fumi da parte del sansificio.

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