Pescara, il Tar stoppa le case sulla riviera sud

Bocciato il ricorso della società Pescaraporto, accolta la linea del Comune. Ma ora la discussione si sposta in consiglio comunale

PESCARA. La costruzione degli appartamenti vista mare, nell’ultimo pezzo edificabile della riviera di Porta Nuova, dovrà passare necessariamente all’esame del consiglio comunale. Ieri il Tribunale amministrativo regionale ha emesso la sentenza che boccia il ricorso presentato dalla società Pescaraporto e accoglie la linea dell’amministrazione di centrosinistra.

Il complesso edilizio nell'area ex Edison, di proprietà dei figli del noto avvocato Giuliano Milia e della famiglia di costruttori Mammarella, per il cambio di destinazione d’uso (da uffici e negozi a studi professionali e residenze) dovrà attendere la decisione vincolante dell’assise civica. Secondo i giudici Amedeo Urbano, Alberto Tramaglini e Massimiliano Ballorani, riuniti in camera di consiglio il 27 gennaio scorso, la domanda di annullamento del provvedimento dirigenziale firmato da Gaetano Silverii il 18 ottobre 2016 è «infondata» e non sussistono i presupposti per la formazione del silenzio assenso.

Una decisione che di fatto legittima l’iter istituzionale seguito dal sindaco Marco Alessandrini e dalla sua maggioranza, che nelle scorse settimane hanno voluto attendere il pronunciamento del tribunale prima di portare in aula il provvedimento. Il ricorso alla giustizia amministrativa è stato presentato dai legali della società Pescaraporto proprio per evitare il confronto scivoloso in consiglio, invocando la procedura del silenzio assenso. La difesa dei costruttori, infatti, si poggia sull’assunto che i termini entro i quali il dirigente allo Sportello unico per le attività produttive Silverii avrebbe dovuto rispondere alla richiesta sul cambio di destinazione d'uso, rilasciando o meno i permessi per costruire, sarebbero scaduti. Il dirigente invece, facendo riferimento all'articolo 14 del Testo unico sull'edilizia, ha demandato la decisione al consiglio comunale in quanto per la costruzione di appartamenti è necessario approvare una variante al piano regolatore generale. Una linea confermata anche dal Tar che, con la sentenza di ieri, non solo ha ritenuto «improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse» la domanda di risarcimento dei danni presentata dai costruttori, ma ha condannato anche la parte ricorrente al pagamento di 4.000 euro più iva nei confronti dell’amministrazione comunale.

L’ultima parola sul futuro di una delle zone più belle e appetibili del lungomare sud spetterà ai consiglieri comunali. La seduta sull’edilizia, come conferma il sindaco Alessandrini, sarà convocata subito dopo l’approvazione del bilancio, quindi con tutta probabilità a partire dalla prossima settimana. Il centrodestra, il Movimento 5 stelle e una parte della maggioranza fin dall’inizio si sono detti contrari alla costruzione di appartamenti accanto al vecchio mercato ortofrutticolo. Il progetto della società Pescaraporto inizialmente prevedeva la realizzazione di un albergo, poi si è passati alla costruzione di uffici e, adesso, si è arrivati ad abitazioni residenziali e studi professionali su due dei tre edifici alti 21 metri, accanto all’ex Cofa, sulla riviera di Porta Nuova.

«Su questa vicenda così spigolosa», ha sottolineato il sindaco, «l’amministrazione ha mantenuto sempre un atteggiamento di fair play istituzionale. Fiduciosi del corretto operato della magistratura, ci siamo beccati le critiche dall’opposizione soltanto perché abbiamo ritenuto che fosse opportuno attendere la sentenza nel merito del Tribunale amministrativo invece di pronunciarci in aula. La nostra linea sarà ribadita nell’atto di indirizzo che approderà in consiglio una volta approvato il bilancio».

La difesa dei costruttori Milia e Mammarella adesso ha la possibilità di appellarsi al Consiglio di Stato, con un’eventuale richiesta di sospensiva per annullare nell’immediato gli effetti del Tar e sperare poi di rovesciare nel merito la sentenza.

©RIPRODUZIONE RISERVATA