La crisi

Pescara, in sette anni dimezzate le imprese edili

Gli ultimi dati della Cassa edile indicano un crollo dell'attività: da oltre mille aziende operative nel 2007, si è passati a poco più di cinquecento. Nel solo 2014 cancellate altre settanta imprese

PESCARA. Nell’arco di sette anni, il numero delle imprese che lavorano nel campo dell’edilizia si è dimezzato. Da oltre mille aziende operative, nel 2007, si è passati a poco più di cinquecento, alla fine del 2014. Ancora peggio la situazione dell’occupazione: il numero dei lavoratori si è ridotto quasi ad un terzo in pochi anni. È questo, in sintesi, lo scenario drammatico che emerge dagli ultimi dati dell’Osservatorio della cassa edile di Pescara. Il settore è in piena crisi e i segnali che giungono continuano ad essere fortemente negativi. Di chi è la colpa? Maggioranza e opposizione in Comune si rimpallano le responsabilità.

Ieri, i consiglieri di centrodestra hanno convocato i giornalisti per presentare la seduta straordinaria del consiglio comunale, dedicata esclusivamente alla crisi dell’edilizia, che si terrà martedì prossimo, alle 16. Interverranno politici comunali e regionali, rappresentanti dell’associazione dei costruttori, degli Ordini professionali e dei sindacati. E in quell’occasione i consiglieri hanno attaccato l’amministrazione Alessandrini, accusandola di non aver fatto nulla sinora nel campo dell’edilizia e dell’urbanistica. Poi, è stato reso noto un elenco di provvedimenti approvati nel corso degli ultimi 5 anni per dimostrare ciò che è stato fatto nella precedente consiliatura, quando alla guida della città c’era un’amministrazione di centrodestra. Pronta la replica del vice sindaco Enzo Del Vecchio: «Rivendicano a un governo della città, al lavoro da appena sei mesi, ciò che loro, quando erano maggioranza nella precedente consiliatura, non sono riusciti a mettere in campo in cinque anni».

I dati dell’Osservatorio. Pescara continua a perdere imprese e lavoratori nel campo dell’edilizia. È un’emorragia inarrestabile che va avanti dal 2007, quando si è raggiunto il picco più alto dell’occupazione e del numero di aziende in attività.

Nel 2007, c’erano 6.027 lavoratori italiani e 1.495 stranieri nel campo dell’edilizia. Alla fine del 2014, dopo sette anni, si è arrivati a 2.792 italiani e 761 stranieri. È come se fossero spariti, complessivamente, oltre 4mila lavoratori. Quasi due su tre sono stati licenziati. Stesso andamento per le imprese. Nel 2007 erano 1.004, alla fine del 2014 sono diventate 576. Il numero delle ore lavorate si è ridotto di due terzi, cioè si è passati da 5.696.859, nel 2007, a 2.160.899, alla fine dell’anno scorso.

L’opposizione all’attacco. Sono stati i consiglieri del centrodestra a richiedere la seduta straordinaria del consiglio comunale per parlare della crisi dell’edilizia. «Dopo sei mesi di attività», ha affermato Marcello Antonelli (Forza Italia), «questa amministrazione non ha fatto nulla per l’edilizia e l’urbanistica della città». «L’amministrazione comunale», hanno detto i consiglieri dell’opposizione, «in questi sei mesi di consiliatura si è caratterizzata per aver bloccato o ritardato ogni intervento finalizzato a ridare impulso alle attività del settore edilizio, con la riduzione dell’organico, la mancata approvazione di piani urbanistici e varianti già adottati. In un periodo come quello che si sta vivendo, sarebbe indispensabile ben altro atteggiamento da parte del governo cittadino, che dovrebbe incentivare proprio gli interventi tesi alla sostituzione di vecchi edifici». Lorenzo Sospiri (Forza Italia) ha ricordato, in proposito, che il Comune di Pescara è l’unico in tutto l’Abruzzo a non aver recepito le norme del Decreto sviluppo per il rilancio dell’edilizia. Di tut’altro parere il vice sindaco. «Non saranno proposte di delibere o consigli straordinari che l’opposizione lancia fuori tempo a mettere in discussione la linea di rinnovamento e di attenzione di questa amministrazione per la salvaguardia e tutela dell’economia del territorio», ha sottolineato Del Vecchio, «quella di martedì sia una seduta per lavorare insieme e non per addossare all’amministrazione in carica ritardi e incapacità di cinque anni di governo di centrodestra».

©RIPRODUZIONE RISERVATA