Pescara, nasce la City sul mare: cambia la riviera sud

La caserma della Finanza sarà pronta a maggio, Pescaraporto prosegue i lavori. Ma gli interventi nell’ex Cofa e nell’area Di Properzio rimangono bloccati

PESCARA. Qualcuno l’ha definita la City sul mare pensando al futuro, perché il centro degli affari, cioè il cuore pulsante della città è destinato a spostarsi sulla riviera sud. La Pescara del business sta già prendendo forma. Tra la fine di aprile e i primi di maggio sarà pronto il nuovo comando della guardia di finanza, dove ci saranno solo uffici. Altri uffici più alcuni negozi sorgeranno a fianco, nell’area dell’ex Edison, dove ora c’è il cantiere aperto dalla società Pescaraporto. Restano bloccati, per il momento, gli altri interventi nelle aree limitrofe, come nell’ex Cofa e nel terreno degli ex serbatoi Di Properzio, perché il Genio civile ha fermato tutto in quanto una bella fetta della zona rientrante nel cosiddetto Piano particolareggiato 2 è sottoposta ai vincoli del Piano stralcio per la difesa dalle alluvioni. E in effetti, tutta la zona è considerata a rischio di alluvioni, ma la Regione ha intenzione di varare un nuovo piano dove la quota del territorio ora considerata pericolosa sarà fortemente ridotta.

La caserma della Finanza. Dopo ben cinque anni dall’avvio dell’intervento e un lungo stop ai lavori dal 2013 fino all’ottobre scorso, a causa del fallimento della ditta appaltatrice, la nuova caserma della guardia di finanza sta per vedere la luce nell’area dell’ex Motorizzazione sulla riviera di Porta Nuova, accanto al porto turistico.

Domenico Simeone, titolare dell’impresa Sim project srl che ha in subappalto l’intervento assegnato alla Cgf costruzioni, di Roma, assicura: «I lavori saranno completati tra fine aprile e i primi di maggio».

Non ci saranno alloggi per i militari, come previsto inizialmente, ma solo uffici e il reparto aeronavale, con una struttura per i sommozzatori, nonché il nucleo di polizia tributaria. Tutto questo all’interno di un edificio con tre corpi, due con altezza massima di quattro piani e uno di tre. La dimensione è di circa 3.500 metri quadrati. L’opera è costata in tutto 14,5 milioni. L’intervento, tuttavia, ha avuto un inizio molto travagliato. Tutto cominciò nel 2007, da un accordo stipulato tra l’Agenzia del demanio, il Comune di Pescara e il comando della guardia di finanza in base al quale venne restituito alla città il parco dell’ex caserma Di Cocco, in cambio dell’assegnazione dell’ex scuola media di via Saffi, dove inizialmente sarebbe dovuto sorgere il nuovo comando della Finanza. Bisogna ricordare che l’ex area della Motorizzazione, sulla riviera sud, era stata già assegnata nel lontano 2001 alla guardia di finanza per la realizzazione del Reparto aeronavale. Il progetto per via Saffi venne bloccato dalla protesta dei residenti che non volevano la caserma in centro. Così, si decise di trasferire l’intervento all’ex Motorizzazione.

Gli uffici accanto al ponte. Pescaraporto, la società costituita dai figli dell’avvocato Giuliano Milia e dai costruttori Mammarella, ha ripreso i lavori da alcuni mesi dopo essere rimasta ferma per quasi due anni. Era stata bloccata da una sentenza del Tar che aveva, di fatto, azzerato i permessi. Nel novembre scorso, il Consiglio di Stato ha annullato la sentenza facendo tornare in vita quei titoli edilizi. Inizialmente il progetto prevedeva un albergo e altre strutture per il turismo, ma la società è riuscita ad ottenere il cambio di destinazione d’uso in uffici e negozi. Nelle settimane scorse, gli uffici del Comune hanno rinnovato i permessi edilizi. Il Movimento 5 Stelle sostiene che l’intervento debba fermarsi, per il fatto che l’area dell’ex Edison, dove sorgeranno uffici e negozi, rientra nei vincoli del Piano stralcio per la difesa dalle alluvioni. Ma i permessi, essendo stati rilasciati prima dell’entrata in vigore del Piano, sarebbero pienamente validi.

Ex Cofa e Di Properzio. Tutto bloccato, invece, nelle aree ex Cofa, sul lungomare sud e Di Properzio, in via Doria. Il Genio civile, due anni fa, annullò il Piano particolareggiato, fermando così ogni attività edilizia. Ora però si attende un nuovo Piano di difesa dalle alluvioni che riduca notevolmente l’area considerata a rischio.

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