Pescara, niente analisi sanitaria sul cementificio di via Raiale 

Rinnovo dell’autorizzazione: nel parere della Asl non ci sono riferimenti all’impatto delle emissioni sulla salute

PESCARA. Nel parere della Asl, nessun riferimento all’impatto sulla salute delle sostanze emesse dal cementificio di via Raiale. La Asl di Pescara, e nello specifico il servizio Igiene, epidemiologia e sanità pubblica del dipartimento di Prevenzione, non fa alcuna analisi sanitaria nel documento presentato alla Regione Abruzzo sulla richiesta di rinnovo e modifica dell’autorizzazione integrata ambientale (Aia) richiesta dalla proprietà dell’industria, la Sacci spa. Nessun confronto col resto d’Italia e d’Europa, nessuna analisi sull’impatto ambientale che lo stabilimento industriale ha sull’aria di Pescara e Spoltore.

Il documento, a firma del dirigente medico Adelina Stella, porta la data del 4 settembre scorso e ha per oggetto le richieste della Sacci. Per quanto riguarda le emissioni in atmosfera, dalla Asl scrivono: «Si prende atto che la somma totale degli inquinanti immessi in aria resta sostanzialmente invariata rispetto alla precedente autorizzazione Aia. Tenuto conto che la qualità dell’aria della città di Pescara e del fatto che il cementificio Sacci ricade su un’area di risanamento, si chiede alla ditta una diminuzione del parametro polveri richiesto per l’aggiornamento dell’autorizzazione; è inoltre opportuno che venga disposto un piano di riduzione delle altre emissioni, con particolare riguardo a ossidi di azoto, ossidi di zolfo, monossido di carbonio, da effettuare entro 3 anni».

Nessuna analisi sui danni alla salute, ma la Asl tiene alle piante. «È necessario», si legge, «che la ditta abbia un programma di cura della piantumazione esistente, provvedendo, se possibile, all’incremento della stessa e, comunque alla sostituzione di piante avvizzite». La Asl, a margine del documento, chiede alla proprietà un nuovo studio di ricaduta degli inquinanti emessi dal cementificio, ricordando che, dallo studio di ricaduta degli inquinanti datato 2006, era emerso che l’area di massima ricaduta era distante circa 200-300 metri dallo stabilimento, lato mare, e che l’area di massima dispersione coincideva con la zona di corso Vittorio Emanuele. Nell’arco di sei anni, le centraline di via Sacco e via Firenze hanno evidenziato dei valori che meritano, a detta sempre della Asl, un attento esame. «I valori di Pm10 misurati dalla centralina di via Sacco sono risultati elevati tanto che, a parte viale Bovio, in questo sito è stato registrato quasi ogni anno il maggior numero di superamenti del limite di polveri imposto dalla normativa». Ma dalla Asl hanno dei dubbi: «Tali dati risultano però di dubbia interpretazione. Ciò in quanto non solo non è possibile fare un confronto con anni precedenti ma anche perché, come più volte evidenziato nel corso di incontri con la Sacci spa, i valori del Pm10 della centralina di via Sacco sono risultati alti anche nei periodi di fermo impianto». A questo punto, con i dati messi in dubbio dalla Asl e senza nessuna valutazione sanitaria, la conferenza regionale dei servizi deve decidere se autorizzare o meno l’impianto di via Raiale.

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