Pescara, si spara al petto per amore: miracolato, se la caverà in un mese

La tragedia scampata a Fontanelle, l’uomo custodiva in casa anche una carabina. Già separato e con due figli, il 39enne non si rassegnava al no della ex

PESCARA. Quella storia finita, con un figlio di mezzo, era diventatata un’ossessione per lui che l’altra sera è partito dalla sua casa di San Giovanni Teatino e si è fermato con l’auto sotto il palazzo della sua ex, pretendendo che lei scendesse in strada per l’ennesimo chiarimento.

È questo il prologo alla tragedia scampata domenica sera in via Caduti per Servizio, nel popoloso rione di Fontanelle dove un 39enne senza problemi particolari alle spalle, una persona equilibrata al punto da detenere legalmente una pistola e una carabina, di fronte all’ennesiomo no della ex, ha tirato fuori la sua Beretta calibro 98 che si era portato dietro, e si è sparato al petto. Un colpo che per fortuna non ha toccato organi vitali: l’uomo, soccorso immediatamente dall’ambulanza del 118, è ricoverato nel reparto di Chirurgia toracica dell’ospedale civile con una prognosi di 30 giorni.

leggi anche: Si spara al petto per amore: ferito dopo la lite con la ex a Pescara Tragedia d'amore nel quartiere Fontanelle: va da lei per chiederle di ripensarci, poi tira fuori la pistola e fa fuoco. Il colpo non tocca organi vitali

Ma quel che resta, oltre alla ferita, è lo choc di tutti coloro che lo conoscono, della stessa donna che lo ha respinto e di un intero quartiere che, sebbene teatro, suo malgrado, di episodi di microcriminalità, si è risvegliato ieri mattina scoprendo che chiunque, in una tranquilla domenica sera, all’ora di cena, può arrivare sotto i palazzi popolari armato di pistola e mettersi a sparare per strada. Perché alla fine questo è successo.

«Se qualcuno è in grado di arrivare qua sotto con una pistola in tasca», sottolinea Nello Raspa, tra i tanti che da anni si battono per la legalità nel quartiere, «vuol dire che di controllo qui ce n’è poco o niente. Perché è vero che l’arma era regolarmente denunciata, ma non certo per essere portata in giro. Io per fortuna al momento dello sparo non c’ero, ma da quello che mi hanno raccontato», conclude il residente, «in tanti si sono spaventati l’altra sera».

Adesso è compito dei carabinieri, e in particolare dei militari della compagnia di Pescara diretti dal capitano Claudio Scarponi, ricostruire con esattezza i dettagli di un episodio che poteva avere conseguenze ben più gravi sia per il 39enne che per la ragazza stessa se, chissà, non fosse stata pronta a scappare verso casa. Una relazione travagliata la loro, finita da circa un anno e mezzo quasi in concomitanza con la nascita del loro bambino. Il terzo per l’uomo che di figli ne ha altri due dalla moglie da cui è separato. Una vicenda complicata che, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, la donna aveva deciso di interrompere in maniera drastica. Ma quel no ha non l’ha mai accettato come racconta chi l’ha più volte invitato a rassegnarsi. Domenica sera anche il padre di lei era sceso in strada per farlo ragionare. E lui niente, si è sparato. (s.d.l.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA