Picchetto d’onore ai Colli per l’addio al finanziere 

Folla e grande commozione nella basilica ai funerali del vice brigadiere Bellini  morto nell’incidente in moto. I tre figli dall’altare: «Le nostre vite distrutte»

PESCARA. Lacrime, abbracci, fiori, applausi e tanta commozione. C'era tutto questo e molto altro ieri pomeriggio nella chiesa della Madonna dei Sette Dolori ai colli, dove una folla di oltre 300 persone si è ritrovata per dare l'ultimo saluto a Gianfranco Bellini, il finanziere di 54 anni deceduto mercoledì mattina a seguito di un incidente in moto sull'Asse attrezzato, mentre stava andando al lavoro. E a rendergli omaggio nel giorno del funerale c'erano decine di suoi colleghi delle Fiamme Gialle, che insieme a carabinieri e polizia l'hanno salutato con il picchetto d'onore. La sua bara, avvolta nel tricolore, decorata con la foto, il berretto d'ordinanza e i gradi, è arrivata davanti alla chiesa qualche minuto dopo le 15. Ad accoglierla c'erano gli uomini in divisa, lì da almeno mezz'ora prima.
La mamma, la compagna che avrebbe dovuto sposare l'anno prossimo, i figli Francesco, Federica e Giulia, insieme ai parenti e agli amici l'hanno scortata fino all'altare, dove durante tutta la funzione è rimasta sotto l'occhio vigile dei colleghi in uniforme. «Noi ci appoggiamo al petto di Dio così come il bambino si appoggia a quello della mamma», ha detto padre Guglielmo Alimonti nel celebrare una toccante messa cantata, rivolgendosi ai familiari seduti davanti a tutti. «Dio non esclude nessuna delle persone a cui ha dato la vita. Gianfranco ci ha solo preceduto. Adesso prega per noi».
Ma non sono bastate nemmeno le confortanti parole della fede a rincuorare i moltissimi presenti. Lamenti e singhiozzi hanno riempito ogni momento di silenzio. Dopo la comunione, la Guardia di finanza ha intonato il Silenzio, accompagnato da un lungo applauso.
Quindi, a prendere la parola è stato il generale Gianluigi D'Alfonso, comandante regionale delle Fiamme Gialle: «Gianfranco ha trascorso con noi 35 anni, dagli inizi in Italia settentrionale fino al riavvicinamento a casa. Ovunque sia passato, ha lasciato il suo sorriso e un piacevole ricordo». Poi ha parlato direttamente ai familiari: «Potete contare su di noi. Siamo una famiglia e ci saremo sempre». Prima della conclusione, l'ultimo saluto è stato quello dei suoi tre figli, che hanno assistito a tutta la celebrazione abbracciati l'uno all'altro, e sempre abbracciati sono saliti sull'altare, con un foglio scritto a mano, le lacrime agli occhi e la voce rotta dall'emozione. «Quella maledetta telefonata di qualche mattina fa ci ha distrutto la vita», legge Federica, «In un attimo mi sono passati davanti agli occhi i momenti e i ricordi impressi nelle nostre menti. Le giostrine sotto casa a Sassuolo, la prima mountain bike, la musica a tutto volume in salotto, le gite, le pizzette al mare, ma anche qualche sana sgridata. Non c'è una risposta a quello che è successo. Possiamo solo lasciarti andare sperando che tu stia in un posto migliore, libero, felice, in compagnia dei tuoi amici a quattro zampe, senza orologio o tempi da rispettare. Continua a proteggerci anche da lassù». Dopo un lungo applauso la bara è uscita dalla chiesa, dove le tante persone hanno voluto salutare i familiari. Quindi il viaggio verso il cimitero dei colli dove Bellini riposerà.