Poverta in Abruzzo, D’Alfonso chiede la mappa del disagio

Il governatore si impegna a realizzare, in collaborazione con le parti sociali, un documento finalizzato a capire quante sono nella nostra regione le situazioni di disagio estremo

PESCARA. Una mappa del bisogno estremo in Abruzzo, con numeri relativi a richieste di aiuto, pasti erogati giornalmente nelle mense, servizi assicurati per lenire le sofferenze di persone in difficoltà e interventi di solidarietà attiva effettuati a beneficio di immigrati, ma anche progetti che possano valorizzare ulteriormente tali attività: è la richiesta che il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D' Alfonso, ha fatto ai responsabili delle 7 Caritas del territorio (Pescara, Teramo, Chieti, L'Aquila, Lanciano-Ortona, Vasto e Sulmona), incontrati a Chieti, per quantificare la reale portata del disagio in una regione dove il numero delle persone in difficoltà economiche è in costante crescita. Rivolto ai responsabili, a proposito dei centri Caritas, D' Alfonso ha riconosciuto loro «una capacità di pervasività che, in presenza di una progettualità di qualità, può consentire alla Regione di fare scelte programmatorie di rilievo anche in sede europea. La Regione, oltre a mettere in campo l'assistenza amministrativa delle sue strutture e il suo ruolo di pianificazione - ha proseguito - sta recuperando le risorse adeguate a sostenere e affiancare un simile sforzo».

D' Alfonso ritiene che la Caritas abruzzese possa assumere comunque anche ruoli diversi dall'assistenza dei cosiddetti ultimi. «Stiamo lavorando per avviare una sorta di Erasmus abruzzese che porti ad accogliere circa 5 mila studenti. Per mettere in piedi una macchina organizzativa e logistica di un certo livello c'è, però, bisogno di quelle competenze ed esperienze che solo i centri Caritas sono in grado di garantire. Per questo si potrebbe pensare di far gestire loro una serie di strutture regionali, attualmente inutilizzate». Nel corso dell'incontro l'assessore regionale alle Politiche sociali, Marinella Sclocco, illustrando le opportunità del suo settore, ha ricordato che «per la prima volta la Caritas è stata inserita stabilmente nel partenariato sociale e può così partecipare alla progettazione europea e accedere ai fondi POR-FSE, passati dai 112 milioni di euro iniziali a 142 milioni di euro».

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