Primi pazienti trasferiti nel nuovo ospedale Covid 

Pescara, Parruti avverte: dal 3 giugno nuovo rischio di asintomatici in giro

PESCARA. Il nuovo ospedale Covid di Pescara diventa realmente operativo, con il trasferimento dei primi pazienti. È la vera notizia del giorno per l'Abruzzo, mentre la situazione contagi continua a migliorare. Non solo il capoluogo adriatico, ma tutta la regione possono ora contare su una struttura dedicata al coronavirus, fondamentale in questa fase dell'emergenza e, ancora di più, nei mesi futuri, quando si dovrà comunque convivere con il virus. I dati, per l'ennesima giornata consecutiva, fotografano una situazione in miglioramento: pochi nuovi casi, soggetti attualmente positivi in rapida diminuzione e guariti che, in costante aumento, superano quota duemila.
Il totale dei pazienti affetti da Covid-19 in Abruzzo arriva a quota 3.327.
IL NUOVO OSPEDALE. Il vero protagonista della giornata è il nuovo ospedale Covid, realizzato in tempi record con la riqualificazione della palazzina ex Ivap, nell'ambito di un progetto da 11 milioni di euro.
Le operazioni iniziano nel pomeriggio. Ci sono tutti coloro che in questi mesi si sono occupati dell'emergenza. Presenti, tra gli altri, il direttore generale facente funzioni della Asl, Antonio Caponetti, il direttore sanitario Valterio Fortunato e il direttore dell'Unità operativa complessa di Malattie infettive, Giustino Parruti. Dopo un ultimo sopralluogo per studiare il percorso, iniziano i trasferimenti. Vengono utilizzati principalmente i tunnel che collegano l'edificio all'ospedale vero e proprio, ma i pazienti più critici vengono trasportati in ambulanza dal 118 con le barelle di biocontenimento. Nei nuovi reparti sono stati trasferiti 34 pazienti (di cui tre in terapia intensiva) dei circa 70 attualmente ricoverati nel presidio sanitario pescarese.
La struttura dispone di 50 posti letto (41 di area medica e 9 di rianimazione), numero che nei prossimi mesi aumenterà. Grazie al nuovo edificio, l'ospedale vero e proprio può gradualmente tornare alla sua normalità. Parruti si definisce «estremamente contento» e sottolinea che «questa città meritava un giorno così».
NUOVI CASI. Sono quattro i nuovi casi accertati con i test eseguiti dal laboratorio della Asl di Pescara, dall’Istituto Zooprofilattico di Teramo, dall’Università di Chieti e dal laboratorio dell’ospedale dell’Aquila. Sono emersi dall'analisi di 1.521 tamponi: è risultato positivo lo 0,3 per cento dei campioni. Tre fanno riferimento alla Asl di Pescara (totale 1.518) e uno alla Asl di Chieti (820). In costante calo le persone attualmente positive: sono 824. Del totale, 128 persone, dieci in meno di mercoledì, sono ricoverate in ospedale in terapia non intensiva e tre (invariato) in terapia intensiva. Tutti gli altri, 693 pazienti (-32) sono in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte delle Asl.
OLTRE 2MILA GUARITI. Il dato dei guariti, che nelle ultime settimane è cresciuto costantemente, supera quota duemila. Le persone dimesse dagli ospedali, infatti, sono 42 in più, per un totale di 2011. Di queste, 191 soggetti da sintomatici con manifestazioni cliniche associate al Covid-19 sono diventati asintomatici ed attendono i tamponi di controllo e ben 1.820 hanno risolto i sintomi dell’infezione e sono risultati negativi in due test consecutivi. Due i decessi più recenti: un 94enne di Spoltore e una 90enne di Palombaro. Il bilancio delle vittime sale a 402.
STOP AI BOLLETTINI. Con la riduzione del numero dei nuovi casi, cambiano anche i parametri relativi alla comunicazione. La Regione, infatti, fa sapere che a partire da oggi il report con il dettaglio sui dati Covid-19 sarà trasmesso solo nelle giornate di martedì e venerdì e non più quotidianamente. «Siamo in piena fase 2», afferma Parruti, «la circolazione del virus non è più sostenuta e la curva epidemica va analizzata periodicamente. A questo punto è molto più facile vedere eventuali variazioni accorpando i dati».
MASCHERINE DI RIGORE. L'infettivologo spiega che «non c'è evidenza di nuovi focolai», in quanto gli ultimi casi sono «emersi esaminando la trama di connessione di pazienti già noti».
Il fatto che non si registrino nuovi casi territoriali, neppure dopo le parziali riaperture del 4 maggio, conferma che «l'uso delle mascherine e l'adozione delle misure preventive funzionano. Massima attenzione, però, per la fase che si aprirà dal 3 giugno, quando si dovrebbero riaprire i confini regionali e nazionali. «Avremo in circolazione portatori sani che arrivano da aree caratterizzate da una maggiore diffusione del virus. A quel punto, togliere le mascherine o non rispettare le distanze esclusivamente in base ai dati locali», conclude Parruti, «sarà l'errore più grande che si possa fare».
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