Tequila, la giovane pitbull uccisa due anni fa a Montesilvano

MONTESILVANO

Prosciolto l'agente che uccise il cane-simbolo Tequila: fu giusto sparare

A due anni dal caso per il quale in tanti scesero in strada chiedendo giustizia, il giudice di Pescara ritiene corretto il comportamento del poliziotto e archivia definitivamente la questione. La condanna degli animalisti della Lndc: "Decisione incomprensibile"

PESCARA. Prosciolto l'agente che uccise Tequila, il cane (un pitbull) diventato simbolo degli animalisti e di molte famiglie di Montesilvano contro la violenza sugli animali. A mettere una pietra sopra il caso è stato il giudice delle indagini preliminari che a due anni da quell'episodio ha ritenuto corretto l’operato dell’agente e disposto l'archiviazione definitiva. A rendere nota e a criticare la decisione del giudice è con una nota la Lega nazionale per la difesa del cane (Lndc). Per protestare contro l'uccisione di Tequila in tanti scesero in strada chiedendo giustizia.

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Era il 6 febbraio quando il cane, una giovane Pitbull, sfuggì al controllo della sua famiglia, e veniva uccisa da un agente della polizia municipale di Montesilvano. Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, Tequila era uscita dal cancello di casa e vagava per le strade quando aggredì alcuni cani mentre questi ultimi erano al guinzaglio dei loro proprietari. A quel punto, gli agenti della polizia municipale spruzzarono prima dello spray urticante sul muso di Tequila e poi per fermarla le spararono due colpi di pistola.

Seguirono manifestazioni e battaglie legali. Oggi la decisione finale che per la Lega nazionale per la difesa del cane (Lndc) Animal Protection resta inaccettabile e incomprensibile. "Tequila", si legge su una nota a firma di Piera Rosati presidente Lndc , "era una cagnolona molto dolce e amata da tanti bambini della cittadina adriatica. Ed è stata uccisa e dimenticata dalle istituzioni e lei, come tante altre vittime innocenti, non ha avuto giustizia. Tequila viveva con altri animali in casa, era un cane socializzato, giocherellone e certamente non aggressivo".

"Trovo indicativo", aggiunge la presidente dell'associazione animalista, "che non siano state ascoltate come testimoni alcune persone che avevano commentato l’accaduto sui Social, dicendo di aver assistito alla scena, per condannare il comportamento degli agenti e difendere quello di Tequila. Al contrario, sono stati ascoltati solo i testimoni che l’hanno accusata di essere aggressiva. L’unica eccezione è stata la sua educatrice cinofila, che è stata ascoltata ma che non era presente sul posto quando è accaduto il tragico fatto. Allo stesso modo, non è stata presa in minima considerazione la perizia di parte che sconfessava la prima autopsia e rilevava come il foro d’entrata del proiettile fosse quello sull’addome, sparato quindi quando Tequila era a terra e a pancia in su, ovvero, Tequila quando è stata uccisa".

Secondo Piera Rosati il caso è stato archiviato senza che vi sia stata un’udienza per la discussione delle ragioni delle parti. E malgrado il giudice abbia ritenuto corretto il comportamento dell'agente, si augura che la polizia in generale sappia in futuro "leggere meglio i comportamenti degli animali".

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