Ragazzo in coma dopo un pugno: 7 anni a un rom

La sentenza contro Spinelli per la violenta aggressione in piazza Unione nel marzo 2010

PESCARA. Due violenti pugni ricevuti nel cuore della movida tra decine di occhi indifferenti, il coma durato 12 giorni, il calvario di una famiglia arrivata da Biccari, in provincia di Foggia, per pregare per il figlio Luciano Zerrilli. Erano quasi le 4 di mattina quando Claudio Spinelli colpì con due pugni alla testa (nella foto la sequenza) uno studente per un futile motivo: il rom è stato condannato a 7 anni, 9 mesi e 10 giorni per tentato omicidio. La sentenza per Claudio Spinelli, il rom che venne arrestato subito dopo l'aggressione della notte tra sabato 20 e domenica 21 marzo del 2010 in piazza Unione, è stata letta dal giudice Gianluca Sarandrea che ha condannato il rom anche a una provvisionale di 20mila euro. Spinelli, assistito dall'avvocato Marina Vaccaro, aveva scelto il rito abbreviato e, nell'udienza di ieri, il pm Giampiero Di Florio aveva chiesto una condanna di 9 anni, parzialmente accolta quindi da Sarandrea. Una sentenza che arriva a quasi due anni da quella tragica notte in cui Luciano Zerrilli, all'epoca studente lavoratore di 23 anni originario di Biccari (Foggia), aveva scelto di trascorrere una serata a Pescara. E' molto tardi, sono le 3.52, e i locali di Pescara vecchia stanno per chiudere: nasce un diverbio e lo studente viene raggiunto da due destri al volto e cade battendo violentemente il capo sul marciapiede. Quattro fotogrammi di una sequenza choc in cui alla violenza e a un giovane caduto a terra risponde l'indifferenza dei coetanei che non prestano soccorso, che scavalcano il corpo privo di sensi a terra. Zerrilli entra in coma, mentre Spinelli viene arrestato subito dalla Squadra Mobile, allora diretta da Nicola Zupo, grazie alle telecamere dei locali. E' una domenica di marzo 2010 quando la città si sveglia annichilita dall'episodio drammatico e dalla movida che ha continuato a consumare i suoi riti. In ospedale arriva la famiglia del giovane, il papà Giovanni bracciante come mamma Agnese che piange, prega che il figlio esca dal coma. Quella è la notte che ha cambiato anche la sicurezza nel centro storico: a una settimana dall'aggressione si riunisce il comitato per l'ordine e la sicurezza a cui partecipa eccezionalmente anche il procuratore Nicola Trifuoggi. Decisioni drastiche, per Pescara vecchia si annuncia uno spiegamento di forze dell'ordine dalle 21 alle 4 di notte. Veglie, preghiere e fiaccolate: Biccari si affida alla fede, invoca «Luciano torna a passeggiare con noi» mentre anche le istituzioni pescaresi si stringono al dolore della famiglia. Dopo 12 giorni, Zerrilli apre gli occhi e chiede di poter vedere gli amici. Nella sentenza, il giudice ha assegnato al giovane una provvisionale di 20mila euro e, adesso, la famiglia Zerrilli potrà iniziare una causa civile per ottenere un risarcimento più consistente.

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