Rifiuti, la nuova legge che cambia le regole 

Domani in aula. E il centrosinistra attacca: «Migliorata grazie a noi. Ma bocciamo le discariche»

L’AQUILA. Domani il consiglio regionale approverà la nuova legge sui rifiuti. Si tratta di norme a sostegno dell’economia circolare, ovvero basate sul principio che i rifiuti di qualcuno diventano risorse per altri, per cui gli oggetti non arrivano mai a fine vita. Ma i sette consiglieri di centrosinistra, che al momento della votazione si asterranno, esprimono le loro perplessità. «È una proposta che era stata presentata a maggio, ma che arriva a dicembre dopo il nostro forte ostruzionismo: 6mila emendamenti hanno consentito di svelare che, dietro i vessilli del riciclo, dell’economia circolare e della prevenzione, si nascondevano recuperi di volumetrie per le discariche», dicono Antonio Blasioli, Silvio Paolucci, Dino Pepe, Pierpaolo Pietrucci (Pd), Sandro Mariani (Abruzzo in Comune), Americo Di Benedetto (Legnini presidente) e Marianna Scoccia (Gruppo misto) alla vigilia della discussione del testo. «Il nostro intervento ha portato importanti miglioramenti. Pervenuta in aula come legge sul riciclo, conteneva in realtà tre norme che, a vario titolo, potevano risultare veramente pericolose per il territorio abruzzese. Abbiamo ottenuto una vittoria completa sull’Agir (Autorità gestione integrata rifiuti urbani) che, grazie a noi, diverrà presto operativa con la previsione di un meccanismo di commissariamento qualora non si arrivasse a una svolta entro 150 giorni dalla pubblicazione della legge. E non ci è sfuggita neppure una norma che rischiava di allungare la nascita della Nuova Pescara rispetto al servizio di spazzamento e raccolta rifiuti. Una norma che, nel silenzio dei consiglieri regionali pescaresi, avrebbe reso possibile, fino alla effettiva operatività di Agir, ai Comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore di fare gare per la raccolta rifiuti vincolanti per 5 anni, anche oltre la data della nascita del nuovo Comune. Grazie alle modifiche apportate, ciò non sarà possibile. Una cosa inaudita se consideriamo che proprio i servizi e, in particolare, il servizio di raccolta rifiuti dovrebbero anticipare la nascita di Nuova Pescara».
Il centrosinistra ha chiesto e ottenuto di eliminare l’articolo 9 della proposta di legge, che prevedeva la possibilità di ampliamento di impianti pubblici di smaltimento di rifiuti non pericolosi nelle cave dismesse del territorio abruzzese. «Sarebbe stato uno schiaffo all’ambiente, alla programmazione e, in generale, un incentivo futuro a non rinaturalizzare più le cave dismesse, con una norma che prevedeva il loro possibile riutilizzo come discariche. Per ora è una battaglia vinta, ma non escludiamo che il prossimo piano rifiuti a valere dal 2023 possa rappresentare un’occasione per il centrodestra di tornare alla carica. Le località che sarebbero state interessate sono Lanciano (con le due cave di località Bel Luogo), Cupello (con le 5 cave di località Rotella), Sulmona (con tre cave), Magliano de’ Marsi (con tre cave) e Chieti (con due cave a Brecciarola)».
Su un punto i sette consiglieri di centrosinistra sono particolarmente critici: «Non siamo riusciti ad abrogare l’articolo relativo alla riprogrammazione in altre località delle volumetrie del Piano regionale della gestione dei rifiuti, delle discariche inutilizzate o che hanno perso la titolarità pubblica. In ogni caso, su nostra proposta, prima di procedere con le nuove localizzazioni, servirà un provvedimento amministrativo e, quindi, bisognerà tornare in consiglio regionale per l’approvazione». Il peggio, concludono i consiglieri di opposizione, «è stato evitato, ma restiamo comunque critici per un progetto di legge che contiene norme che nulla avevano a che fare con l’economia circolare». (g.let.)