Rom, confiscati immobili per 600mila euro a Pescara

Ville in via Sacco, via Orta e sulla Lungofino. Famiglie sconosciute al fisco, le forze dell’ordine: i beni frutto di attività illecita

PESCARA. Ormai è un metodo di lavoro. Polizia, carabinieri e Guardia di finanza non abbassano la guardia di fronte ai rom che fanno soldi commettendo reati e, laddove sussistono le condizioni previste dalla legge, le forze dell'ordine aggrediscono i patrimoni di queste famiglie sequestrando e confiscando i beni accumulati. E’ successo più volte, dal 2007 ad oggi, tanto che il valore di sequestri e confische ha superato i 35 milioni di euro, e l'ultima volta è accaduto ieri, tra Pescara e Città Sant'Angelo, ai danni delle famiglie rom Ciarelli e Spinelli, su iniziativa di polizia, carabinieri e Guardia di finanza.

Nel capoluogo adriatico sono stati confiscati un villino e un appartamento già sequestrati a febbraio di quest'anno il che vuol dire che l'azione avviata dalle forze dell'ordine è stata ritenuta valida dal Tribunale per cui si è passati dal sequestro alla confisca e lo step successivo è il passaggio di questi beni al patrimonio pubblico, come già avvenuto con successo in passato.

Il villino oggetto dell'operazione di ieri si trova in via Sacco ed è riconducibile a Angelo Ciarelli ed Emilia Cirelli, 47 e 46 anni, anche se è intestato a una terza persona, mentre l'appartamento confiscato in via Orta era stato intestato dai coniugi Lino e Elena Spinelli, di 42 e 34 anni, meglio conosciuti come "Ciabott" e "Carmusina", al figlio di 12 anni dei due rom. A Città Sant'Angelo, invece, si è proceduto direttamente alla confisca, senza passare per il sequestro preventivo, di una villetta che si trova sulla Lungofino, al civico 22, una struttura non ancora ultimata di Elio ed Elisa Spinelli, noti per una lunga serie di furti. Lei, 51 anni, ha accumulato pene per diversi anni ed è stata già sottoposta alla sorveglianza speciale. Al momento si trova ai domiciliari.

Il bilancio dell'intervento di ieri, in termini economici, è di 600mila euro di beni sottoposti a confisca, spiegano gli autori del blitz e cioè il personale della Divisione anticrimine della Questura di Pescara, i colleghi del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza di Pescara e i carabinieri della compagnia di Montesilvano, coordinati rispettivamente da Egidio Labbro Francia, Roberto Di Mascio ed Enzo Marinelli.

Nei mesi hanno monitorato i rom proprietari di queste strutture, ne hanno ripercorso il curriculum criminale e hanno studiato proprietà e stili di vita, arrivando a presumere che il patrimonio che posseggono sia unicamente il frutto delle attività illecite di cui si sono resi responsabili, considerato che non hanno mai lavorato né presentato dichiarazione dei redditi e sono sconosciuti al fisco.

Le persone che negli anni si sono visti portare via case, soldi e auto sono per lo più rom che su questo territorio sono accusati di furti, estorsioni, prestiti usurai e di aver controllato traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. I soldi intascati in questo modo sono stati investiti in vario modo ma ora, con sequestri e confische, la legge consente alle forze dell'ordine di privarli di queste ricchezze per poi passare il tutto alle amministrazione pubbliche. Una sorta di azione di rivalsa, anche a livello sociale, che fino ad ora ha prodotto i suoi frutti.

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