Saldi anticipati, speranze e timori

I commercianti: «Bene partire con le altre città, ma è troppo presto»

PESCARA. Sperano che con i saldi si cominci finalmente a lavorare come in questa stagione non è ancora successo. Ma sono concordi nel dire che non è con le vendite di fine stagione che si risolvono i problemi di un commercio, quello cittadino, sempre più in crisi. E lamentano i problemi di sempre: pochi parcheggi, un traffico eccessivo che congestiona il centro. Sono questi gli umori degli operatori cittadini a pochi giorni dall'inizio dei saldi, che cominceranno sabato prossimo. A raccogliere le opinioni dei commercianti è stata Confcommercio, con un sondaggio d'opinioni.

Tutti gli intervistati hanno potuto costatare che negli ultimi mesi si è lavorato pochissimo. I clienti stanno aspettando l'inizio dei saldi. Una discreta percentuale di intervistati è fiduciosa e spera nelle vendite a saldo per svuotare i magazzini.  Sono tutti concordi nel dire che i problemi del commercio non si possono risolvere con le vendite a saldo, nè con la liberalizzazione delle vendite promozionali.  Il 70% d'intervistati ha ritenuto giusto far iniziare i saldi in linea con le altre grandi città d'Italia.

Però tutti vorrebbero un ritorno al passato, con la data dei saldi decisa a livello nazionale o interregionale, e più posticipata.  Infine i commercianti tengono ancora sempre a sottolineare la necessità di risolvere i problemi storici della città: traffico sempre più caotico, mancanza di parcheggi, pulizia e arredo urbano. 

Per il titolare del negozio di abbigliamento Orsini «volere sempre l'anticipo dell'inizio saldi e liberalizzare le vendite promozionali, è un vantaggio per i furbi. Pescara», continua, «ha bisogno di parcheggi, non possiamo pensare che chi viene dai paesi vicini debba passare ore in auto per trovare un posto».  Per Sergio Mazzaffero della Casa del Corredo di piazza Garibaldi sui parcheggi «bisogna insistere ancora.

Non si può accettare che tutti gli acquirenti che vengano da fuori, siano demotivati a recarsi in centro perché sanno di non trovare un posto».  Ottimista sui saldi è Ilenia D'Addamo, titolare di Prenatal: «Sono fiduciosa. E' stato un anno duro. Credo abbiamo fatto bene ad allinearci con le altre città d'Italia per l'inizio dei saldi. Ormai i clienti si muovono».  Contrario ai saldi così presto Gianni Guarini dell'omonimo negozio di calzature: «Fino a dieci giorni fa faceva freddo, adesso che è bello nessuno entra in negozio perché stanno tutti aspettando i saldi». 

Anche Geni Mangifesta di Full box non è contenta: «Da quando venti giorni fa è uscita sui quotidiani la notizia che i saldi sarebbero iniziati il 3 luglio in negozio non si vede più nessuno. Adesso chi entra chiede lo sconto. Noi compriamo a prezzo pieno e dobbiamo pagare tasse e costi fissi; non possiamo vendere sempre a prezzo scontato».  Per il titolare di Fava Pelletterie i saldi sono stati «troppo anticipati.

Il 3 luglio non si possono chiamare vendite di fine stagione. Credo la decisione della data dei saldi debba tornare ad essere presa a livello nazionale o almeno interregionali. Traffico e mancanza di parcheggio poi avvantaggiano solo i centro commerciali e outlet».  Per Emidio Santomo «è stato giusto stabilire l'inizio saldi al 3 luglio e adeguarci alle altre grandi città. Però non posso non dire che è troppo presto, che altri dieci giorni di vendite normali sarebbe stato positivo per il commercio.

Pescara, poi, ha bisogno di parcheggi». Per Gianni Guarini dell'omonimo negozio di calzature in corso Vittorio Emanuele «queste corse ad anticipare i saldi, tutte queste vendite promozionali, sono solo manovre per i centri commerciali che stanno facendo sconti già da tanto tempo».

Elisabetta Tenerelli di Tenerelli Alta Moda non è fiduciosa. «Dobbiamo crederci un po', ma come si fa a essere ottimisti in questi giorni? E' inutile che cerchiamo di trovare delle soluzioni, non è più come una volta».  Per Paola Grannonico di Tesoro Mio «bisognerebbe tornare ai saldi al 15 agosto, ma in tutte le città. Allora sì che il commerciante riuscirebbe a lavorare».