Sansificio, mistero sugli esami della puzza

Il Forum dell’acqua: «Mai resi noti i dati sul superamento dei valori dei fumi». E in città si continua a respirare cattivo odore

PESCARA. Il 23 dicembre scorso, l’Arta avrebbe inviato alla Provincia e al Comune un rapporto in cui si indicavano valori sopra i limiti dei fumi emessi dal sansificio. Ad ipotizzarlo sono state ieri due associazioni ambientaliste, il Forum dei movimenti dell’acqua e Pescara puntozero.

Ma di quel documento nulla si è saputo. In compenso, è stato reso noto un altro rapporto dell’Arta, inviato anche questo alla Provincia e al Comune il 29 dicembre scorso, in cui si facevano presente dei problemi di carattere tecnico al sansificio, ossia mancava una postazione per la misurazione dei fumi e sulla base di questo documento la Provincia ha poi emanato la revoca dell’autorizzazione ad operare al sansificio Schiavone biocalore di strada vicinale Torretta. Revoca annullata nel giro di 24 ore.

Ora l’azienda è in funzione e in città si continua a respirare un forte odore acre, che la stessa amministrazione comunale ha attribuito più volte alle emissioni del sansificio. Nei giorni scorsi, il vice sindaco Enzo Del Vecchio ha fatto sapere che l’Arta sta svolgendo nuovi controlli e nuove analisi dei fumi. Ma di quelle precedenti nulla si è saputo e nulla si sa. E ora gli ambientalisti si chiedono: se erano stati superati i limiti delle emissioni, perché il sansificio non è stato fermato il 24 dicembre? E perché continua ad operare, se l’Arta deve ancora fornire i nuovi dati che indichino un abbassamento dei valori?

Questa vicenda, a detta degli ambientalisti, appare avvolta nel mistero. Forum dell’acqua e associazione Pescara puntozero, che hanno già presentato un esposto in procura, chiedono ad Asl, Arta, Comune e Provincia di tirare fuori i documenti. «Ora basta», scrivono le associazioni ambientaliste in una nota, «le continue proteste che giungono dai cittadini e l’incontrovertibile puzza che appesta Pescara da settimane, sono la conferma che la situazione è ormai insostenibile. Gli enti devono fare di più, partendo almeno da una decente informazione dei cittadini».

«Siamo partiti con il sindaco che definiva sul suo profilo Facebook “miasmi intellettuali” le sacrosante preoccupazioni dei cittadini», hanno fatto presente le associazioni, «poi, le rassicurazioni sul fatto che la puzza non era un problema, dichiarazioni puntualmente smentite dalle sentenze della Cassazione fornite da noi cittadini in cui si puntualizzava che, in determinate circostanze, la puzza, anche senza superamenti dei limiti di legge ai camini, può configurarsi un reato». «Nei primi di gennaio», hanno concluso, «nel lancio di un’agenzia di stampa, il vice sindaco ammetteva l’esistenza di un fermo e anche di uno sforamento dei limiti di legge. Ma subito dopo c’è stato un rincorrersi di dichiarazioni tranquillizzanti da parte dell’Arta e della Provincia».(a.ben.)

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