Scuola, si torna alle lezioni da casa I presidi: «Una sconfitta per tutti» 

Non bastano gli sforzi per il distanziamento. Aule vuote, ma al Volta arrivano i banchi con le rotelle Al De Cecco stop ai laboratori di cucina, ma i 120 studenti disabili possono frequentare in presenza 

PESCARA. Per i presidi è stata una dura estate in trincea per preparare le scuole al rispetto dei protocolli anti contagio e all'accoglienza degli studenti dopo tre mesi di lezioni chiusi in casa, durante il lockdown della scorsa primavera. E ora si ricomincia a sudare sui computer, seppure a tempo determinato, almeno fino al 24 novembre.
PRESIDI PREOCCUPATI C'è «amarezza e frustrazione» tra i dirigenti scolastici degli istituti superiori, ma lo dicono a bassa voce perché ora è più importante dare «forza e coraggio ai nostri ragazzi che sono stati bravissimi e disciplinati in questo momento difficile della loro vita scolastica» dominata, come per tutti, da una pandemia che non vuole concedere tregua con i numeri dei contagi in costante ascesa. Martedì è stato l'ultimo giorno di scuola in presenza per migliaia di alunni degli istituti superiori cittadini. Da ieri, come stabilito dall'ultimo decreto governativo e dalle normative regionali, le lezioni ricominciano online con i docenti a scuola e gli studenti a casa.
Tra i presidi c'è «preoccupazione» per la tenuta dei collegamenti, a tal punto che sono stati necessari potenziamenti delle reti informatiche per evitare i crolli di linea durante la didattica a distanza.
STUDENTI DISABILI Gli alunni disabili che lo vorranno, potranno recarsi a scuola ogni mattina, come previsto dalle disposizioni vigenti. L'alberghiero De Cecco registra il numero più alto di studenti disabili, 120. «Saranno seguiti dagli insegnanti di sostegno, l'inclusione sociale comprenderà anche progetti teatrali e orti didattici», spiega la preside Alessandra Di Pietro che ringrazia il governatore Marco Marsilio «per aver introdotto nell'ordinanza anche la possibilità della didattica in presenza per questi ragazzi».
I laboratori dove fanno pratica e crescono i futuri chef sono il cuore e l'anima della formazione di ogni studente dell'alberghiero che si nutre della «ricchezza delle relazioni» che si intrecciano in cucina come in sala. Questa scuola, quindi, non può fare a meno dei laboratori, penalizzati dalla didattica a distanza. C'è bisogno dunque di una maggiore «flessibilità» per venire incontro alle esigenze dell'istituto per il quale, comunque, «rimane prioritaria la tutela della salute pubblica». Uno sforzo che l'associazione Renaia (la Rete nazionale degli istituti alberghieri) intende chiedere al ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina nel corso di un incontro previsto a breve.
LEZIONI ONLINE Il preside dell'istituto tecnico Acerbo, Carlo Di Michele, mostra un po' di «rammarico» per l'inversione di tendenza: «I docenti non hanno fatto neppure in tempo a imparare i nomi dei nuovi alunni che già dobbiamo tornare al passato. In questi mesi ci siamo accorti di quanto è importante la scuola come luogo di socializzazione e coesione, dove ci si incontra, si sperimenta, si parla, si gioca e si litiga».
La didattica a distanza «pone dei limiti con gli eventuali problemi di connessione, ma il digitale non è il nemico, bensì uno strumento di relazione ed educazione». E come sottovalutare «lo stato d'animo dei ragazzi che si apprestano a preparare gli esami di Stato» in questa altalena di lezioni tra casa e scuola. AUTOBUS AFFOLLATI Sottolinea, il preside dell'Acerbo (due classi in quarantena), il grande lavoro svolto in estate tra «misurazioni col metro degli spazi per il distanziamento, gel disinfettanti, sanificazioni dei locali, termoscanner, doppi ingressi e due turni per la ricreazione» per poi accogliere gli studenti «che arrivano ammassati sui mezzi di trasporto: è evidente che è mancata la sinergia tra i diversi soggetti istituzionali» che pure hanno lavorato per potenziare linee e tagliare posti a sedere sui bus.
Studenti e docenti procedono «tra incertezza e disappunto», prosegue Di Michele, ciò che vogliono sono «regole chiare ed efficaci per trasformare l'emergenza in rinnovamento. Ai ragazzi dico: coraggio, imparate sempre e comunque», conclude il dirigente dell'Acerbo.
PROTOCOLLI RISPETTATI «Abbiamo organizzato tutto benissimo, la scuola stava funzionando», è la soddisfazione ma anche il rammarico della dirigente del liceo classico, Antonella Sanvitale, che sottolinea la disciplina degli studenti: «I ragazzi sono bravissimi a seguire i protocolli. Durante una lezione di educazione fisica all'aperto, una ragazza mi ha chiesto scusa mille volte per essersi avvicinata troppo a una compagna durante un saluto. Questi gesti mi commuovono. Per ottenere tali risultati e per avere la scuola in presenza abbiamo lavorato indefessamente».
«Non ci sottrarremo a queste disposizioni ma ci preoccupano le connessioni che pure abbiamo rinforzato», evidenzia la dirigente Sanvitale, «gli orari delle lezioni restano gli stessi, la speranza è che si possa tornare in classe al più presto».
COLLEGAMENTI TELEMATICI All'istituto tecnico Volta la preside Maria Pia Lentinio lavora all'organizzazione della logistica dei docenti e al contrasto di eventuali criticità nei collegamenti telematici a distanza: «Abbiamo una rete di connessione che ci sostiene. Ci stiamo riorganizzando per l'ennesima volta. Eravamo pronti prima e lo siamo anche ora. Ce la faremo come sempre, in emergenza facciamo tutti la nostra parte. Gli studenti sono amareggiati perché avrebbero preferito restare a scuola».
Nei giorni scorsi al Volta sono arrivati 250 banchi governativi con le rotelle: «Sono bellissimi, li farò sistemare nelle aule in attesa del ritorno dei miei studenti» chiude, soddisfatta, la preside Lentinio.
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