Loredana Di Giampaolo, preside del liceo Delfico di Teramo, e Renzo Di Sabatino, presidente della Provincia, mostrano il certificato della scuola (foto di Luciano Adriani)

Scuole sicure, preside e sindaci: «Mostriamo ai genitori i certificati di rischio» 

Raccolto l’appello del papà di San Giuliano lanciato attraverso il Centro. Una dirigente di Teramo e i sindaci di Chieti e Giulianova i primi in Abruzzo 

PESCARA. «I genitori devono sapere se la scuola è sicura». A lanciare l’appello, attraverso il Centro, è stato Antonio Morelli, il papà di San Giuliano di Puglia che, 15 anni fa, ha perso la figlioletta Morena sotto le macerie della scuola crollata. «Lo faremo», ha risposto ieri mattina Loredana Di Giampaolo, dirigente del Liceo Delfico di Teramo. «Lo farò fare», ha detto subito dopo Renzo Di Sabatino, presidente della Provincia teramana. E a seguire, con un effetto a catena che tranquillizza i genitori, hanno aderito alla proposta del papà di San Giuliano anche il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio e il primo cittadino di Giulianova, Francesco Mastromauro. Per l’Assai, l’associazione scuole sicure Abruzzo Italia, che raccoglie i timori e le proteste di oltre mille famiglie, è il primo significativo risultato della campagna scuole sicure avviata dal quotidiano il Centro. Oggi altri sindaci e dirigenti scolastici forse raccoglieranno l’invito di un padre che ha pagato un prezzo altissimo, la morte della sua bambina di 6 anni, vittima, con altri 26 alunni, della catastrofe di San Giuliano.

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CHE COSA DICE IL PAPÀ. «Innanzitutto mi informerei come genitore, dopo la tragica esperienza di San Giuliano e quella che ha colpito la casa dello studente all’Aquila. Chiederei ai vari sindaci tutte le certificazioni e se quella scuola dove mando mio figlio o mia figlia ha tutte le carte in regola. Se risultasse che la scuola non ha i requisiti, terrei i miei figli a casa». Così Antonio Morelli, che ha 61 anni e guida il Comitato delle vittime di San Giuliano, ha detto al Centro due giorni fa. «Se fossi in Abruzzo farei una battaglia per la sicurezza dei ragazzi. E direi ai genitori: attenzione perché quando succede una disgrazia nessuno può portare le lancette degli orologi indietro. E’ qualcosa di doloroso, credetemi, molto doloroso». Le sue parole hanno lasciato il segno.
PARLA DI SABATINO. «Il liceo Delfico, e non solo, esporrà il certificato di sicurezza. Ha un indice di vulnerabilità sismica di 0,46. Non è il massimo ma è già un buon risultato dopo che la Provincia ha fatto eseguire 470 euro di lavori, e altri interventi per un milione e 200mila euro sono in cantiere». Si esprime così il presidente Di Sabatino mentre, con la dirigente del Liceo, mostra il certificato che i genitori potranno visionare lunedì alla riapertura della scuola. La notizia che rende felice Leda Ragas, la presidente dell’Assai.
IL PRIMO RISULTATO. «Il nostro obiettivo è quello di rendere partecipi le famiglie abruzzesi. I genitori debbono conoscere l’indice di rischio delle scuole dove mandano i loro figli», dice Ragas.
«Rilanciamo con tutta la nostra forza la proposta di Morelli. E invitiamo l’Abruzzo a partecipare al convegno che abbiamo organizzato per il 16 settembre, alle 16, nella sala polifunzionale della Provincia di Teramo. Il tema è la sicurezza delle scuole. Mostreremo la mappa di quelle insicure e affronteremo il problema dei finanziamenti a Comuni e Province per i lavori di manutenzione o adeguamento sismico».
TOCCA AI SINDACI. Il primo ad aderire all’appello di Morelli è Di Primo che, da Chieti, annuncia: «Farò in modo che tutte le scuole di proprietà del Comune possano mostrare ai genitori i certificati di sicurezza. Ciascun edificio è stato sottoposto a studi di vulnerabilità. Non tutte le situazioni sono buone, cercheremo di risolverle. Ma non lasceremo i genitori all’oscuro».
Mastromauro, a Giulianova, ha deciso per la trasparenza assoluta: «Davanti alle scuole sarà affisso il cartello con l’indice di rischio. Certo, bisogna anche spiegare ai genitori il significato di quei numeretti. Ma il principio di base è che più l’indice si avvicina allo zero, più la scuola è insicura. Al contrario il numero 1 indica la situazione ottimale». Il sindaco di Giulianova sottolinea di essere stato previdente senza perdere tempo: «Ho subito chiuso tre scuole a rischio e trovato la sistemazione alternativa per gli studenti». Infine L’Aquila dove il sindaco, Pierluigi Biondi, spiega che sono in corso o stanno per essere affidati i calcoli degli indici di 21 edifici. Sono i primi risultati importanti della campagna sulla sicurezza delle scuole abruzzesi. Una sicurezza finora troppo sottovaluta.