Segretaria licenziata il Pescara deve risarcirla

Mandata via senza giustificato motivo: il Tribunale dà ragione a Marisa Di Sario Per il Delfino è la quinta vertenza persa , dopo l’addetta stampa e tre calciatori

PESCARA. Licenziamento illegittimo. Così, dopo la vertenza vinta dall’ex addetta stampa Sabina Di Luigi e il risarcimento ottenuto dai calciatori Nando Giuliano, Antonino Cardinale e Giorgio Di Vicino licenziati dalla curatela fallimentare del Delfino Pescara nel 2009, la stessa società calcistica è stata condannata per la quinta volta a risarcire una dipendente mandata a casa, secondo il giudice, senza giustificato motivo. Si tratta della segretaria storica dell’ex Pescara calcio, Marisa Di Sario che, assistita dall’avvocato Massimo Franceschelli ha ottenuto, con sentenza del Tribunale dello scorso 9 ottobre, il risarcimento dei danni pari a cinque mensilità.

Assunta il 24 ottobre del 1992 con contratto a tempo indeterminato dalla Pescara Calcio spa, la Di Sario era passata al Delfino Pescara 1936 nel febbraio del 2009, dopo che la nuova società era subentrata al Pescara Calcio andata nel frattempo fallito. Un passaggio che sulla carta, per Di Sario, non cambiò nulla considerando che fu riassunta in continuità, dalla nuova società, mantenendo la stessa qualifica di impiegata amministrativa-segretaria. Ma la sorpresa per lei arrivò un anno dopo, a marzo 2010 quando il Delfino Pescara la licenziò per giustificato motivo, dovendo ristrutturare l’azienda. Un licenziamento che la dipendente impugnò invece per inesistenza del giustificato motivo.

E martedì è arrivata la sentenza del Tribunale che ha condannato il Delfino al risarcimento del danno pari a cinque mensilità. Un risultato che però non accontenta la dipendente che chiedeva anche la reintegra al posto di lavoro. «Il tribunale, spiega l’avvocato Franceschelli, «non ha riconosciuto la reintegra sul posto di lavoro ritenendo il Delfino Pescara una società con meno di 15 dipendenti. Io ho portato delle sentenze che dicono che anche i giocatori fanno parte del numero complessivo dei dipendenti».

Un’ulteriore grana per il Delfino Pescara che in questi giorni è protagonista di una polemica sul mancato utilizzo del bar della tribuna Maiella in occasione della partita contro la Lazio.

Dopo la violenta lite allo stadio tra un tifoso e il dirigente biancazzurro Acciavatti, e dopo la lettera aperta dei consiglieri Di Nisio e Del Vecchio che hanno dato dell’arrogante alla società, il presidente del Delfino, Daniele Sebastiani, ha scritto al consiglio comunale, al questore e al sindaco chiarendo e ricordando una volta per tutte gli accordi con l’amministrazione e la normativa sulla sicurezza che la società è chiamata a far rispettare. (s.d.l.)

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