Stangata per la frode sull’elettricità

Ditta pescarese nei guai: pesante sanzione in arrivo. Clienti in salvo

PESCARA. Non ci sarà nessun problema per i clienti della ditta che secondo l’Agenzia delle Dogane avrebbe fornito energia elettrica abusivamente per tre anni a enti pubblici, aziende e privati evadendo le imposte per oltre 710 mila euro.
La legge che regola il pagamento delle tasse sull’energia, accise e addizionali, prevede infatti che solo e soltanto chi vende all’utente finale, che non ha quindi alcuna responsabilità, sia tenuto a occuparsi del pagamento delle imposte sull’elettricità.

Chi ha comprato energia dalla ditta su cui i funzionari delle Dogane stanno indagando, che ha base nel pescarese ma opera in tutta la regione oltre che in Umbria e Piemonte, non subirà quindi alcuna ripercussione.
A scoprire e accertare la frode fiscale sono stati proprio i funzionari dell’Agenzia delle Dogane di Pescara durante alcuni controlli su aziende destinatarie di agevolazioni sull’energia.
Analizzando le fatture presentate per ottenere le esenzioni i funzionari si sono accorti che tra il 2005 al 2008 la ditta che aveva venduto l’energia a queste aziende, cioè ai consumatori finali, non era registrata.

La legge prevede infatti che chiunque venda energia elettrica denunci la sua attività all’Agenzia delle Dogane. Una volta effettuata la registrazione il venditore è poi tenuto a presentare annualmente una dichiarazione di consumo che serve ad accertare quanta energia il fornitore ha venduto e quante tasse deve quindi pagare.

Il meccanismo è simile a quello di un negozio, con l’Iva: il negozio vende i prodotti al consumatore finale Iva compresa. E’ poi lui stesso a versare l’Iva, che di fatto ha pagato il consumatore finale, allo Stato.

Lo stesso discorso vale per l’energia. La ditta secondo la Dogana avrebbe regolarmente venduto e fatturato l’elettricità ceduta ai suoi clienti, ma per tre anni non avrebbe pagato le imposte su quell’energia pur avendo emesso fatture. Un po’ come se il negozio vendesse un prodotto facendo lo scontrino ma poi non versasse l’Iva.

Il mancato pagamento delle tasse, poi potrebbe aver ulteriormente agevolato la ditta nell’accaparrarsi i clienti: è possibile infatti che la ditta sia riuscita ad acquisirne molti grazie a prezzi molto competitivi.
I clienti coinvolti sarebbero centinaia: la ditta avrebbe vinto gare d’appalto indette da amministrazioni pubbliche e fornito elettricità anche ad aziende e privati.

D’altronde per rendersi conto del volume di affari basta calcolare che le accise sono circa 0,22 lire per kilowattora: per totalizzare un’evasione da 718 mila euro i kilowatt venduti devono esere nell’ordine dei milioni.
Così come nell’ordine dei milioni, ma di euro, sono le sanzioni che la ditta potrebbe trovarsi costretta a pagare. Una maximulta da oltre un milione di euro, se va bene, ma che potrebbe arrivare a cinque milioni di euro.

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