Stop alla ristrutturazione dopo il blitz della polizia

Stop alla ristrutturazione dopo il blitz della polizia

PESCARA. «Aumenti di spesa in corso d’opera». Con questa strategia, il costo dell’appalto per la ristrutturazione del polo materno infantile dell’ospedale, è lievitato da 2,3 a 7 milioni di euro. Ma, nonostante il gioco al rialzo, i lavori sono bloccati. Dalle finestre di Ostetricia, si vede il cantiere fermo con i camion nel piazzale grezzo, ricoperto di sabbia e legname accumulato sulle betonelle distrutte.

LE AZIENDE PUGLIESI
Il cantiere per ristrutturare e mettere a norma l’ala che ospita l’unità operativa di Ostetricia-Ginecologia ha preso il via il 22 maggio 2007 con Antonio Balestrino in veste di direttore generale della Asl di Pescara. A vincere l’appalto da 2.392.791,94 euro è stata un’associazione temporanea d’impresa formata da due aziende pugliesi: la Cre impianti tecnologici di Foggia rappresentata da Marco Piancone e la Edilcap di Candela di Pasquale Capocasale.

IL COSTO «PRESUNTO»
Sul cartellone in plastica che svetta in via Rigopiano davanti al palazzo rosso, viene sottolineato che l’ammontare complessivo dei lavori non è certo ma «presunto»: è il tecnicismo classico per giustificare gli imprevisti alla base degli aumenti di spesa in corso d’opera. Oltre al costo della ristruttazione, da pagare ci sono anche i 106.568,97 euro per gli oneri per la sicurezza. Il finanziamento per la ristrutturazione dell’ala del presidio ospedaliero è figlio di una legge dello Stato del 1988: la numero 67, articolo 20. L’affidatario della progettazione è la ditta Proget srl con l’ingegnere Paolo Rossi dell’Aquila mentre coordinatrice della sicurezza in corso di esecuzione è l’architetto Damiana Bugiani di Pescara. Sul fronte della Asl di Pescara, il responsabile dei lavori è l’ingegnere Franco D’Intino mentre i direttori dei lavori sono due: l’architetto Bugiani e l’ingegnere Alfonso Colliva.

NOVECENTO GIORNI
Novecento giorni, la durata prevista dei lavori per riconsegnare all’ospedale una struttura all’avanguardia con stanze per partorire anche in acqua. Ma due anni e sei mesi dalla posa della prima pietra sono trascorsi e dalle finestre del palazzo, il panorama è lo stesso del 22 maggio 2007: un cantiere. Al di là della recinzione strappata dal vento, i mezzi sono fermi. Il cantiere, lievitato da 2,3 a 7 milioni di euro con aumenti di spesa strada facendo, si ritrova bloccato: «Vietato l’accesso a persone e mezzi non autorizzati», avverte il cartello. Il blocco dei lavori è frutto di una decisione presa dal manager della Asl Claudio D’Amario con una delibera del 25 gennaio.

LA POLIZIA IN OSPEDALE
Ma nonostante lo stop impartito dalla direzione generale, l’appalto al rialzo è finito sotto la lente d’ingrandimento della polizia che ha prelevato documenti all’ospedale: atti su atti per ricostruire la storia amministrativa della ristrutturazione aumentata di valore grazie a una perizia di variante che ha generato l’incremento di spesa. Ma l’impennata dei costi non è passata inosservata: anche al collegio dei revisori dei conti sono giunte perplessità.

LE DIMISSIONI
Alla Asl, intanto, il clima è bufera: la direttrice amministrativa Tea Di Pietro, nominata dal manager D’Amario il 13 marzo 2009, ha rassegnato le dimissioni, ufficialmente per motivi familiari. Ieri, D’Amario le ha accolte: «Di Pietro», ha spiegato il manager, «riprende le sue funzioni di responsabile del dipartimento Approvvigionamento beni e servizi».

LA PROTESTA
Il retroscena che sta dietro alle dimissioni comprende anche il braccio di ferro con il personale: il clima di alta tensione in ospedale tra la ex direttrice e i dipendenti è testimoniato anche da un volantino che circola nei reparti. Stampato dai dipendenti, il manifesto accusa la ex direttrice Di Pietro di imporre regole ferree al personale.

IL VOLANTINO
Un volantino stampato dopo l’entrata in vigore del regolamento per la disciplina dell’orario di lavoro adottato il primo gennaio 2010 su proposta di Di Pietro per mettere alla berlina i dipendenti fannulloni. Gli assiomi del primo articolo del regolamento sono tre: «Ciascun dipendente è tenuto a rispettare l’orario di lavoro»; «Ogni assenza dal posto di lavoro, si traduce nella attivazione, delle procedure disciplinari previste»; «Si commette illecito penale, disciplinare e danno erariale se ci si assenta senza obliterare il cartellino, omettendo di farsi autorizzare e non provvedendo al recupero del tempo fruito, nonché se si registra l’assenza e/o la presenza con il cartellino altrui».