Toponimi d'Abruzzo: dai classici Fallo e Bomba a Cianchetta e Forchetta 

Ecco da dove vengono i nomi più strani e insoliti delle località della nostra regione. Come Cappadocia, omonima località dell’Anatolia, Tossicia, Filetto e Controguerra 

I suoi abitanti si chiamano fallesi e di tutti, almeno in Abruzzo, è certamente il Comune con il nome più pruriginoso. Niente da invidiare a Sesso, Scopa, Figaccia e Po di Gnocca, perché anche Fallo (Fàlle, in dialetto abruzzese), modestamente, nella particolarissima classifica dei luoghi con i nomi più strani ha il suo bel posto d’onore. Non è per questo che qualche anno fa la star hollywoodiana Michael Madsen (l’attore divenuto famoso per l’interpretazione del ruolo di Mr Blonde nel film “Le Iene” di Quentin Tarantino), ha fissato la propria residenza nel borgo da poco più di 140 anime del Medio Sangro, in provincia di Chieti. Le sue origini sono ignote e si perdono intorno all’anno 1000. Nel 1200, come risulta da documenti dell'Archivio Vescovile di Chieti, a Faldus il vescovo di Chieti teneva periodiche visite pastorali. Col tempo dev’essere caduta quella lettera “D”, circostanza che ha proiettato il piccolo borgo tra le peculiarità della toponomastica italiana. E se Fallo gode di un indiscutibile primo posto, una altrettanto ben meritata seconda posizione va a Bomba (in abruzzese, Bòmme), Comune di circa 800 abitanti, sempre in provincia di Chieti. Secondo alcuni, ma la fonte non sembrerebbe ben verificata, il nome sarebbe la derivazione di una voce latina di origine onomatopeica, che farebbe pensare a un rumore tipo rombo, forse quello prodotto da un’antica cascata che si trovava nella zona. Molto più famosa la frase del suo figlio più famoso, il parlamentare Silvio Spaventa, (morto a Roma il 20 giugno 1893), che dopo essere stato più volte interrotto durante un discorso, avrebbe esclamato la famosa frase “Torniamo a Bomba” per riprendere il filo. E sempre in provincia di Chieti ecco Rapino e Schiavi d’Abruzzo, Sclavi nell’antichità, perché fondato da una colonia di slavi. O forse perché, ai tempi dei Normanni, fu il feudo di Roberto da Sclavo. Il Comune di Francavilla ha una frazione che si chiama Scatenato, mentre Torrevecchia Teatina ne ha una che si chiama Cianchetta (che in dialetto abruzzese significa sgambetto). Per non parlare di Buonanotte, borgo castellare abbandonato, sempre in provincia di Chieti. E da qui si passa alla provincia dell’Aquila, con Sperone e Passo del Diavolo, entrambe frazioni di Gioia dei Marsi. L’etimologia dei nomi, in questo caso, sembra abbastanza scontata, circostanza che non si rinviene per quanto riguarda Scanno, il centro dell’Abruzzo montano tanto caro a Henri Cartier Bresson, che lo fotografò nei primi anni '50. L’origine del nome, infatti, si fa risalire al termine latino scamnum (sgabello), perché qualcuno avrebbe visto nel colle sul quale è stato edificato il borgo la forma di una panca. Sembrerebbe più verosimile la versione secondo la quale il termine derivi da “scandalo” o “scannèlla”, una varietà autoctona di orzo che si coltivava nella zona. Nel viaggio tra i nomi più fantasiosi si arriva nella frazione aquilana di Filetto, oppure a Occhibelli, frazione di Scoppito, passando per Campotosto e Ortolano. Oppure per Tagliacozzo e le diverse ipotesi sull’origine del nome. Quella più verosimile è la derivazione da Talus e Cotium (taglio nella roccia). Un salto anche a Cappadocia (sì, come la regione turca dell’Anatolia). Il nome potrebbe derivare dal latino Caput Duodecim, (una leggenda voleva il borgo fondato da dodici briganti), o Caput Otium, luogo di riposo di pastori. In provincia di Pescara c’è Cappelle sul Tavo, mentre in quella di Teramo ecco Controguerra, Tossicia, forse da Turris Sicula. In alcuni documenti del Regno delle Due Sicilie, è individuata con “Toxicia”. La radice tox, è comune al latino toxicum, (veleno), forse a causa della presenza di vipere che fino agli inizi del '900 insidiavano gli abitanti. Sempre a Teramo ci sono Forchetta (frazione di Silvi), Treciminiere (frazione di Atri), Montone (frazione di Mosciano Sant’Angelo), e Faraone borgo fortificato abbandonato di Sant’Egidio alla Vibrata.