"Trivelle, il ministero aggira il divieto delle 12 miglia"

7 Aprile 2017

Denuncia di Legambiente, Wwf e Greenpeace: la deroga al divieto di nuovi pozzi consentirebbe alle società petrolifere titolari di concessioni di modificare i loro programmi

ROMA. «Inaccettabile per Greenpeace, Legambiente e WWF Italia il decreto ministeriale che deroga al divieto di nuovi pozzi e nuove piattaforme entro le 12 miglia, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 3 aprile». Lo scrivono le tre associazioni ambientaliste in una nota congiunta. Una deroga che potrebbe interessare anche l'Abruzzo, tra le regioni in prima linea contro le trivelle fino al referendum dello scorso anno.

«È la smentita definitiva di tutte le parole spese dal governo durante il periodo referendario di aprile scorso per dire che il referendum sollevava questioni di lana caprina, in particolare perché la legge escludeva già nuove trivellazioni entro le 12 miglia dalla costa - prosegue la nota -. Il meccanismo introdotto dal Ministero dello Sviluppo economico consente, infatti, alle società petrolifere titolari di concessioni entro le 12 miglia dalla costa già rilasciate di modificare, e quindi ampliare, il loro programma di sviluppo originario per recuperare altre riserve esistenti, e dunque costruire nuovi pozzi e nuove piattaforme.

Fino all'altro ieri, nuovi pozzi e nuove piattaforme entro le 12 miglia potevano essere realizzati solo se già previsti dal programma di sviluppo originario. Ora chi ha la concessione può farci sostanzialmente quello che vuole per tutta la vita utile del giacimento». Per le tre associazioni ambientaliste «è gravissimo che il governo proceda in questo modo su una questione così delicata, escludendo il Parlamento e non tenendo minimamente conto della volontà chiarissima espressa da 15 milioni di italiani nonostante il mancato raggiungimento del quorum al referendum contro le trivelle».