Turturro scopre la Sicilia

L’attore in un film-documento sulla terra dei suoi avi

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«La sicilianitudine riemerge sempre, anche se non ne sei consapevole. Anche se non sai da dove provieni e di dove sei, gli elementi originari escono nel tuo comportamento». E’ il pensiero di John Turturro, il regista che, da attore, in «Prove per una tragedia siciliana» ha sperimentato un ritorno alle origini sull’isola.

La sua famiglia ha lasciato la Sicilia da tre generazioni.
L’opera, passata ieri alla Mostra del Cinema di Venezia non è proprio un film e non è proprio un documentario: un percorso interiore, piuttosto, spiega la produttrice Giuliana Dal Punta.
«E’ un film nel film, pirandelliano», dice Turturro, «è l’idea stata di documentare il mio ritorno alla terra d’origine, un discorso sull’idea di ritorno».
«Nel film John fa la parte di un burattinaio, di un puparo, sotto la guida del maestro Mimmo Cuticchio nel suo Museo dei Pupi a Palermo», racconta Roman Paska, scrittore e regista di teatro, film, video, marionette, che ha condiviso con Turturro il percorso di riscoperta, «la Sicilia ha una grande tradizione nel teatro dei burattini e il teatro è una metafora della ricerca perenne».

«I pupi sono il legame tra passato e presente», interviene Turturro, «è necessario attraversare il folclore per capire cosa ne resta, ma prima lo devi attraversare. E poi», scherza indicando Paska, «è lui il puparo e io sono il pupo!». All’inizio e in chiusura, lo scrittore Andrea Camilleri parla del valore della tradizione e della sua funzione nella comprensione di noi stessi. Per Turturro, rivisitare le proprie radici «è una strada necessaria non soltanto per i siciliani, ma per tutto l’Occidente, se vuole capire dove sta per andare. La gente sta perdendo la propria storia, il proprio passato, la propria individualità e così anche le proprie potenzialità. Si scoprono molte cose dentro se stessi man mano si cerca fuori: succede soprattutto quando i genitori che tenevano viva la tradizione scompaiono: allora sei come in mezzo all’oceano, non sai se sei su una sponda o sull’altra, e le abbracci entrambe».

Rispondendo ad una domanda della stampa, Vincenzo Pirrotta, tra gli interpreti del film, ha detto che la mafia in Sicilia c’è e va combattuta, ma questo lavoro esula dagli schemi dell’iconografia siciliana più diffusa: scopre le piccole cose, la poesia».
«La cosa più interessante è la complessità dell’animo siciliano», conclude Turturro, «qualcosa che non è facilmente penetrabile: nessun posto può essere catturato nella sua totalità e la Sicilia è un luogo unico.
Ma Venezia non sarebbe Venezia se non ci fosse il gossip. E ci ha pensato Paris Hilton.

L’ereditiera più che ammirare film, opere d’arte e monumenti ha preferito lo shopping. «E’ magnifico, sto facendo shopping per le strade di Venezia, si fanno ottimi acquisti», ha raccontato la giovane rampolla della famiglia proprietaria di hotel in tutto il mondo, «Amo l’Italia e Venezia è una città così bella e romantica». Paris è in Italia insieme al fidanzato Doug Reinhardt.