«Un esercito di volontari per aiutare i nuovi poveri»

L’assessore Allegrino svela il piano di interventi per rispondere alla crescente richiesta di assistenza. Ogni anno 5.200 persone indigenti si rivolgono al Comune

PESCARA. Ogni anno il Comune riceve un mare di richieste di assistenza socio sanitaria. Nel 2015, sono stati garantiti 5.292 interventi alle persone bisognose, ai minori e agli anziani, ma questo numero è in continua crescita. Antonella Allegrino, imprenditrice, è da due mesi alla guida dell’assessorato alle politiche sociali, un settore da sempre in prima linea. Lei sembra essere la persona giusta al posto giusto, essendosi occupata per anni di assistenza ai bisognosi con la sua fondazione intitolata a Domenico Allegrino in ricordo di suo padre sindaco di Pescara. L’assessore in questa intervista rivela il suo piano per garantire l’assistenza socio sanitaria non solo ai senzatetto e agli indigenti, ma anche agli anziani, disabili, minori, disoccupati.

Assessore, gli ultimi dati forniti dall’Inca, il patronato della Cgil, indicano una richiesta di aiuto crescente a causa della crisi economica. Risulta anche a lei questa situazione?

«Sì, la situazione sta peggiorando. Su una popolazione complessiva di 121.917 residenti, sono stati 5.292 gli interventi che il Comune ha garantito nel 2015 e altrettanti ne ha fatti quest’anno, ma il dato preciso non è ancora disponibile. Nello specifico 1.116 hanno riguardato gli anziani e sono stati suddivisi tra servizi di assistenza domiciliare, centri sociali e compartecipazione alla spesa socio-sanitaria. Altri 522 gli interventi a favore di persone con disabilità, comprensivi di assistenza scolastica, centro diurno, trasporto scolastico e progetti finanziati da altri fondi, come il piano locale per la non autosufficienza. Poi, 1.654 gli interventi a sostegno delle famiglie dei minori e 2.000 nell’area della marginalità».

Ma come intende far fronte alle crescenti richieste di aiuti?

«Vogliamo creare una rete tra tutte le associazioni di volontariato e gli operatori, sulla stessa linea delle unità di strada. Questa rete, coordinata da una cabina di regia guidata dal Comune, dovrà assicurare interventi a livello globale su tutti i settori delle politiche sociali. Finora un’operazione del genere non è mai stata messa in pratica. In questo modo, non solo garantiremo l’assistenza, ma ottimizzeremo le risorse. Ricordo, inoltre, che stiamo provvedendo alla stesura del nuovo Piano sociale e nelle settimane scorse si è svolto un forum con i rappresentanti di 70 associazioni di volontariato operanti sul territorio, delle istituzioni, della Asl, delle organizzazioni sindacali e del mondo della scuola che sono chiamati a contribuire alla redazione del documento».

Quali saranno i settori in cui intervenire?

«Potremo intervenire sulle problematiche riguardanti i senza fissa dimora, gli anziani, le persone con disabilità, le famiglie indigenti, i minori. In particolare dovremo concentrarci sulla marginalità, che comprende la condizione di povertà estrema, ma anche il fenomeno delle nuove povertà e che necessita di una rete di sostegno in grado di garantire cibo, lavoro e inclusione. Poi, bisognerà investire a sostegno delle politiche familiari».

Come farete per le risorse economiche?

«Il Comune partecipa ai bandi sia diretti, che indiretti, ossia ai bandi riguardanti avvisi pubblici dell’Unione europea e a quelli regionali finanziati con fondi europei».

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