Una brutta storia di potere e privilegio

di MAURO TEDESCHINI Comunque vada a finire, una storia squallida, con al centro il più importante dirigente della Regione Abruzzo impegnato a cacciare appalti di cimiteri attraverso una società in...

di MAURO TEDESCHINI

Comunque vada a finire, una storia squallida, con al centro il più importante dirigente della Regione Abruzzo impegnato a cacciare appalti di cimiteri attraverso una società in cui la moglie agiva come prestanome. L’architetto Antonio Sorgi, così si chiama il superdirigente, da ieri è agli arresti nella sua bella casa di Giulianova, dove potrà meditare sulla sua condotta quantomeno disinvolta al fianco della gentile consorte. Con lui è stato fermato Antonio Giordano, funzionario del Comune di Francavilla, nonché segretario della commissione incaricata di aggiudicare l’appalto di due milioni e quattro per ampliare il locale cimitero. Altre cinque persone, tra imprenditori e funzionari, sono finiti nel registro degli indagati.

Ovviamente nessuno è colpevole fino a sentenza definitiva e il buon Sorgi avrà modo di difendersi con i migliori avvocati sulla piazza. Ma un primo verdetto, di condanna morale, esce dai verbali che accompagnano le 46 pagine con cui il Giudice per le indagini preliminari dell’Aquila ha disposto il clamoroso fermo del mega-dirigente: sono trascritte conversazioni che ci danno il senso di un uomo che, pur avendo sul suo tavolo i dossier più importanti di questa regione, passava buona parte del tempo a capire come far breccia nell’apparato di un Comune con cui, peraltro, il suo ruolo istituzionale lo metteva in una posizione di obiettivo privilegio. Bruttissima storia, che getta un’ombra sulle importanti decisioni prese da Sorgi in questi anni. E infligge un’altra mazzata alla credibilità, già ridotta ai minimi termini, della pubblica amministrazione.

©RIPRODUZIONE RISERVATA