Vaccinazioni, cittadini infuriati I medici: c’è tempo per prenotare 

Troppi accessi: in tilt la piattaforma regionale a disposizione per le manifestazioni d’interesse I sindacati di categoria invitano alla calma: «Non abbiamo le dosi, domande fino al 31 gennaio»  

PESCARA. Linee telefoniche intasate. Piattaforma per le prenotazioni in tilt. Medici di famiglia presi d'assalto dalle chiamate dei pazienti inferociti che ierinon riuscivano a collegarsi con i sistemi informatici di Asl e Regione.
E' stata una mattinata d'inferno, quella di ieri, per tutti coloro che hanno deciso di prenotare il vaccino anti Covid attraverso una prima manifestazione d'interesse che si potrà effettuare fino al 31 gennaio sul portale sanita.regione.abruzzo.it. Poi, una volta inoltrate le domande, sarà l'azienda sanitaria di riferimento a stabilire l'ordine delle richieste degli utenti sulla base delle patologie più a rischio. Dopo i sanitari degli ospedali, strutture private e residenze assistite, saranno gli ultra80enni, i disabili, i soggetti con malattie croniche e rare o invalidanti, a mettersi in fila per le vaccinazioni che si svolgeranno nei distretti sanitari, nei centri vaccinali e forse anche a domicilio. Ieri sono state 949 le manifestazioni di interesse, provenienti da tutta la regione, con punte di 7mila accessi contemporanei, che hanno mandato in sofferenza la piattaforma aperta dopo la mezzanotte di domenica. Un attacco informatico durato diverse ore, fino a quando sul portale della Regione è apparsa una comunicazione che invitava l'utenza a rallentare gli accessi e «riprovare tranquillamente ad iscriversi durante la giornata e nei prossimi giorni». Nel frattempo i cittadini hanno tempestato di telefonate la redazione: «I telefoni sono muti, non risponde nessuno», rivelano utenti di Montesilvano e Pescara. E i medici di base. «Questi intasamenti ci dicono che c’è interesse intorno ai vaccini», esamina Franco Pagano, rappresentante Fimmg (Medicina generale), «ma se si dovranno vaccinare 104mila persone over 80 e circa 300mila tra i 60 e i 79 anni, le categorie a rischio come le forze dell'ordine, e successivamente bissare con i richiami, ci vorranno almeno quattro mesi, secondo calcoli approssimativi, per arrivare a cominciare a vaccinare la popolazione in generale. Siamo di fronte ad un evento di portata storica, è dunque importante velocizzare i tempi di esecuzione». Silvio Basile, a capo del sindacato Smi, medici italiani, ha ricevuto 10 chiamate in meno di un'ora e ha raccontato la mattinata convulsa: «La gente non è riuscita a prenotare e ci ha telefonato a raffica per avere lumi. Ma noi non abbiamo i vaccini, stiamo aspettando che la Regione ci convochi per un incontro». Sul tavolo della trattativa tra Regione e sigle sindacali di categoria, Smi, Snami, e Fimmg, tanti nodi da sciogliere, così come anticipato ieri dal Centro: dalla dislocazioni delle sedi vaccinali, al personale da reclutare, dalle modalità di prenotazione all'organizzazione della sicurezza degli ambienti. «Abbiamo chiesto ai pazienti di inoltrare le domande con calma perché c'è tempo per prenotare sino a fine mese», ha aggiunto e concluso Nicola Grimaldi, delegato Snami, sindacato autonomo medici, «e poi ancora non sappiamo quando e se avremo i vaccini anti Covid».