l'accusa

«Valanga prevedibile. E’ il fulcro dell’inchiesta»

Il procuratore Cristina Tedeschini in procinto di lasciare Pescara fa il punto: «Siamo al primo frammento delle indagini, ci vorranno altri sei sette mesi»

PESCARA. «La valanga era prevedibile». Lo dice con chiarezza, il giorno dopo i primi sei avvisi di garanzia per i 29 morti di Rigopiano, il procuratore aggiunto Cristina Tedeschini che, in procinto di lasciare la reggenza della Procura pescarese per andare a dirigere quella di Pesaro, a metà maggio, ribadisce: «La prevedibilità della valanga per noi è un nodo essenziale. È parte della colpa di chi non ne ha invece tenuto conto. Stiamo sposando questa convinzione, altrimenti il procedimento sarebbe finito prima ancora di cominciare».
E i sei indagati accusati di omicidio colposo plurimo e lesioni? Fanno parte solo di un frammento di indagini. Come si auguravano i familiari delle vittime due giorni fa. Ci sarebbero infatti ancora altri nomi da scrivere sul registro degli indagati, altre responsabilità da individuare: «È un’indagine in divenire», spiega il magistrato, «quello che è emerso, quello di cui al momento si può ragionevolmente parlare, rappresentano il cuore del problema. È l’unico aspetto aggredibile rispetto al complesso».
«Un frammento di indagini», va avanti, «che è arrivato a un punto abbastanza maturo per poter chiedere spiegazioni su condotte considerate imprudenti, negligenti, connesse causalmente a decessi e lesioni. Si è riusciti a tradurre una parte di tutti gli interrogativi che ci siamo posti, degni di approfondimento. Perché poi», puntualizza la Tedeschini, «una cosa non va dimenticato: la causalità penalmente rilevante è diversa rispetto a quello che si dice. Dobbiamo selezionare gli aspetti che siano penalmente rilevanti e questo lavoro ci porta a uno spazio temporale ridotto. Le condotte degne di esame sono quelle collocate nell’ambito temporale dell’emergenza neve, del rischio valanghe e dell’innevamento grave».
Il procuratore si rifà poi alle dichiarazioni deluse dei familiari dopo la notizia degli avvisi di garanzia. E puntualizza: «Il processo penale si occupa delle persone fisiche, non riguarda gli enti. Per questo non ci sono genericamente Prefettura e Regione, come ho sentito chiedere dai familiari».
Quanto ai tempi, Tedeschini ipotizza: «Salvo sorprese, ci vorranno ancora sei-otto mesi di indagini per tirare le fila in relazione alle morti. Vediamo adesso a cosa ci porteranno le difese dei sei indagati. La nostra indagine è diretta a ricostruire comportamenti di persone relativi a fatti di morte e lesioni. Da questo momento in poi ci sono le problematiche eventualmente a favore delle parti ritenute responsabili».
È con l’inchiesta proiettata su questi obiettivi, come promesso ai familiari delle vittime a ridosso della tragedia del 18 gennaio, che il procuratore si prepara a trasferirsi da Pescara. «Sto lasciando questo incarico, non sarò io a portarla a termine», conclude, «ma con il sostituto Papalia abbiamo condiviso una visione possibile, una modularità che lascia aperti più fronti. Da una parte quello relativo alle morti, dell’omicidio e delle lesioni che abbiamo finito di esplorare. Dall’altro quello del disastro colposo legato ai permessi edilizi relativi all’albergo. Due piani lontani su cui si dovrà lavorare».
(s.d.l.)
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