Diana Di Meo, la studentessa di 22anni vittima di revenge porn

PESCARA

Video osè, Diana: "Li ho girati io". In Procura anche l’ex fidanzato

Vanno avanti le indagini per capire chi ha diffuso le immagini intime della studentessa su Telegram e WhatsApp. Si continua a indagare sulla pista della vendetta

PESCARA. Vanno avanti speditamente le indagini della procura di Pescara sul caso di revenge porn (pornografia non consensuale) che ha visto vittima una studentessa di Pescara, Diana Di Meo, 22 anni, arbitro di calcio in Promozione, i cui video privati e intimi sono finiti pubblicati sui social. Lunedì pomeriggio la ragazza è stata ascoltata da un magistrato del pool specializzato nei codici rossi, come vengono indicati i reati di questo genere. Un passaggio previsto dal codice, che impone ai magistrati di interrogare la parte offesa entro tre giorni dalla denuncia.

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Anche se la giovane aveva già riferito tutti gli aspetti della vicenda alla polizia postale che aveva raccolto per prima la sua denuncia. Ma qualcosa andava chiarito rispetto non solo al racconto che Diana ha reso alla polizia, ma soprattutto a quanto da lei dichiarato nelle diverse interviste rilasciate a quotidiani locali e nazionali, finendo anche all'attenzione della stampa statunitense. Diana è parsa abbastanza tranquilla e ferma nella sua scelta di andare fino in fondo per scoprire chi l'ha data in pasto ai social, pubblicando video in cui viene ritratta in rapporti intimi o anche da sola e svestita. Video custoditi nel suo telefono cellulare al quale qualcuno ha avuto evidentemente accesso.

La ragazza ha infatti confermato al magistrato che quei video sarebbe stata lei stessa a girarli, per cui resta ancora da capire come siano finiti in rete. Ma le domande del magistrato sarebbero state anche finalizzate a capire cosa intendesse dire Diana quando alla stampa ha riferito di una possibile vendetta di qualcuno nei suoi confronti: per cosa e da parte di chi potrebbero essere state le domande chiave per capire i contorni di questa vicenda. Nella stessa giornata di lunedì scorso, in Procura è stato ascoltato anche l'ex fidanzato di Diana che potrebbe non avere nulla a che fare con questa storia: le sue dichiarazioni sarebbero state ritenute convincenti dalla procura. Ma l'indagine sta andando avanti velocemente e verso una direzione ben precisa.

Pare che il magistrato, il cui lavoro è seguito da vicino dai vertici della procura proprio per la delicatezza del caso e per i risvolti mediatici che ha avuto nel territorio nazionale e anche all'estero, abbia già stilato una lista di persone da interrogare nei prossimi giorni. Molto probabilmente questa lista è uscita fuori proprio dopo aver ascoltato il racconto di Diana, e dopo gli approfondimenti fatti dal magistrato sulla base delle affermazioni della vittima che sembra avere una idea piuttosto precisa sull'accaduto.

Al momento il fascicolo resta ancora senza indagati e solo con una ipotesi di reato che riguarda la violazione dell'articolo 612 ter, che punisce chiunque pubblica o diffonde immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate. E qui molto probabilmente il magistrato dovrà decidere anche se effettuare un esame sul cellulare di Diana: un atto irripetibile per capire se e come qualcuno lo abbia violato.