«Voglio morire», 30enne salvato nel fiume
Avvistato da un volontario della Croce rossa e tirato fuori dai poliziotti: è ricoverato in ospedale per la forte ipotermia
PESCARA. «Voglio morire, lasciatemi qui». Poche parole che il trentenne fuori controllo ha continuato a ripetere da quando nelle acque gelide del fiume Pescara si sono gettati anche poliziotti e soccorritori che non lo hanno lasciato mai solo. Un gesto estremo per togliersi la vita che, fortunatamente, ha avuto un altro finale grazie al coraggio e alla grande collaborazione tra tutte le forze dell’ordine e i cittadini, primi a far partire le chiamate ai centralini. L’uomo, di origini straniere e con la cittadinanza italiana, si è gettato dal ponte di Villa Fabio intorno alle 16,50 di venerdì scorso, cercando il punto più alto del fiume Pescara che vi scorre sotto. Un forte tonfo nell’acqua che ha attirato subito l’attenzione di un pescatore che in quel preciso momento stava transitando con il suo gommone sotto il ponte.
L’uomo, già volontario della Croce Rossa, ha mantenuto il sangue freddo e a subito cercare di prestare soccorso al 30enne che però ha rifiutato ogni tipo di aiuto. Sul posto si sono precipitati i vigili del fuoco di Pescara, il 118, i militari dell’Arma e gli agenti della squadra volante. Da subito la scena è apparsa drammatica poiché l’uomo in tutti i modi cercava di sottrarsi ai soccorritori per farsi portare via dalla forte corrente. Subito, un ispettore e un agente scelto della squadra volante, coordinati dal dirigente Pierpaolo Varrasso, sono saliti sul gommone del pescatore e si sono avvicinati al 30enne. Difficili le operazioni di salvataggio: l’uomo, senza maglia, continuava a scivolare tra le mani degli agenti e a farsi trascinare dalla forte corrente.
Una vera e propria catena umana di soccorritori è poi riuscita a bloccare l’uomo, che nel mentre era svenuto, e lo ha issato a bordo del gommone. Immediate le manovre salvavita. L’uomo, che ha accusato una forte ipotermia, è stato trasportato all’ospedale Santo Spirito di Pescara per le cure. Non è in pericolo di vita, ma i medici hanno deciso per un consulto psichiatrico date le sue delicate condizioni che lo hanno portato al gesto estremo.
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