formula 1
Addio a Tambay, il pilota gentiluomo
Sostituì Villeneuve in Ferrari. Aveva 73 anni, era malato di Parkinson
PARIGI (Francia). Il mondo della Formula 1 lo ricorderà sempre come il “pilota gentiluomo” per i modi signorili ed eleganti. A 73 anni e dopo una lunga lotta con il morbo di Parkinson, se n'è andato il francese Patrick Tambay. Nei suoi dieci anni nel circus ha guidato anche McLaren, Ligier e Renault, ma sono state le due stagioni al volante della Ferrari a dargli le maggiori soddisfazioni sportive: la prima pole position, il primo podio, le due vittorie, rimaste le uniche nonostante le 114 partenze gare.
A maggio del 1982 Villeneuve era morto a Zolder e Maranello aveva bisogno di qualcuno che prendesse il suo posto. Così a giugno, nonostante fosse ritenuto a fine carriera, Tambay salì sulla Rossa (la 126 C2). A bordo della vettura per lui sconosciuta colse il primo podio (terzo in Gran Bretagna) e la prima vittoria (in Francia). Successo che dedicò all'amico canadese, che gli aveva chiesto di fare da padrino al figlio Jacques, suscitando grande commozione in Enzo Ferrari. Erano gli anni dei francesi alla Scuderia. Prima ebbe come compagno di box Didier Pironi, l'anno dopo René Arnoux. Il secondo successo lo raggiunse sul circuito di Imola, al Gp di San Marino. Sull'asfalto, accanto alla sua casella in griglia, era stata dipinta una bandiera canadese. Durante il giro d'onore finì la benzina alle Acque Minerali ed il pubblico, entusiasta, lo scortò in trionfo sino al traguardo. Alla fine sarà quarto, miglior risultato nella classifica mondiale piloti. Nato a Parigi il 25 giugno 1949, Tambay aveva esordito in F1 nel 1977 con il team Theodore, prima di approdare alla McLaren nel 1978. Dopo la Ferrari passò alla Renault, dove ottenne solo una pole position, chiudendo 11° nel campionato del mondo 1984 e 12° nel 1985. Nel suo curriculum anche due vittorie del CanAm North American Championship (1977 e 1980), quattro presenze alla 24 Ore di Le Mans – con un quarto posto con la Jaguar nel 1989 come miglior risultato– e due terzi posti (1988 e 1989) alla Parigi-Dakar. Poi era diventato una delle voci della Formula 1 con Canal Plus, Rmc, La Cinq o Motors Tv.
A maggio del 1982 Villeneuve era morto a Zolder e Maranello aveva bisogno di qualcuno che prendesse il suo posto. Così a giugno, nonostante fosse ritenuto a fine carriera, Tambay salì sulla Rossa (la 126 C2). A bordo della vettura per lui sconosciuta colse il primo podio (terzo in Gran Bretagna) e la prima vittoria (in Francia). Successo che dedicò all'amico canadese, che gli aveva chiesto di fare da padrino al figlio Jacques, suscitando grande commozione in Enzo Ferrari. Erano gli anni dei francesi alla Scuderia. Prima ebbe come compagno di box Didier Pironi, l'anno dopo René Arnoux. Il secondo successo lo raggiunse sul circuito di Imola, al Gp di San Marino. Sull'asfalto, accanto alla sua casella in griglia, era stata dipinta una bandiera canadese. Durante il giro d'onore finì la benzina alle Acque Minerali ed il pubblico, entusiasta, lo scortò in trionfo sino al traguardo. Alla fine sarà quarto, miglior risultato nella classifica mondiale piloti. Nato a Parigi il 25 giugno 1949, Tambay aveva esordito in F1 nel 1977 con il team Theodore, prima di approdare alla McLaren nel 1978. Dopo la Ferrari passò alla Renault, dove ottenne solo una pole position, chiudendo 11° nel campionato del mondo 1984 e 12° nel 1985. Nel suo curriculum anche due vittorie del CanAm North American Championship (1977 e 1980), quattro presenze alla 24 Ore di Le Mans – con un quarto posto con la Jaguar nel 1989 come miglior risultato– e due terzi posti (1988 e 1989) alla Parigi-Dakar. Poi era diventato una delle voci della Formula 1 con Canal Plus, Rmc, La Cinq o Motors Tv.