Da Bergamo al Meazza: in 45.000 per l’Atalanta 

Gasperini guida i nerazzurri contro il Valencia rimaneggiato: «Serve l’impresa» Arbitra l’inglese Oliver: nel 2018 fece infuriare Buffon in Real Madrid-Juventus

ROMA. La carica dei 45mila di San Siro per cullare il sogno e scrivere l'ennesima epica pagina del club. Atalanta-Valencia, atto primo degli ottavi di andata di Champions League, ore 21 (diretta tv su SkySportUno). Incrocio inedito, ad alta tensione. Gasperini trasuda tanta emozione, ma cerca di celarla dietro i sorrisi e alcune frasi di circostanza («si gioca sui 180'»). Vuole una Dea a cui «non tremino le gambe», che mostri «molto rispetto» per l'avversario e scenda in campo con «la giusta umiltà». «Servirà un'impresa per passare», l'estrema sintesi del Gasperini-pensiero. Correre il rischio di sottovalutare una squadra capace di battere Ajax e Chelsea e vincere il girone sarebbe il peggior modo per approcciare la gara più importante della ultra-centenaria storia dell'Atalanta: «Capisco la fiducia nei nostri confronti, ma prima di parlare dei quarti di finale bisogna arrivarci». Le tante assenze del Valencia non lo tranquillizzano affatto: nonostante i sette indisponibili - a cui si aggiunge in extremis la rinuncia al portiere Cillessen - convocato solo per onor di firma -, gli avversari rappresentano «l'élite del calcio spagnolo», «restano una squadra di alto livello» e «giocheranno comunque in undici». Non uno di meno. Gasperini, per altro, finisce per rammaricarsi per non poter affrontare gli spagnoli al completo: «Non sono mai rallegrato per gli infortuni degli avversari, mi piace competere contro il meglio per dimostrare, senza alibi, di essere stati migliori». Gasperini considera «importante», ma «non fondamentale» la gara d'andata, pure rimarcando che vincere in casa significherebbe andare al Mestalla con due risultati a disposizione per raggiungere i quarti: «Dobbiamo prestare la massima attenzione per ottenere il risultato migliore possibile». Due i dubbi di formazione: il ballottaggio tra Hateboer e Castagne e lo schieramento iniziale del tridente, se con Pasalic da falso nueve tra Gomez e Ilicic (che non ha ancora segnato in Champions League) oppure con Zapata a fare sportellate tra Diakhaby e Mangala, una coppia obbligata per le defezioni di Gabriel Paulista (squalificato) e Garay (infortunato) e mai schierata prima da Celades. Gasperini non scioglie i dubbi: «Zapata è il nostro attaccante di riferimento, ci è mancato per tanto tempo e abbiamo dovuto trovare delle alternative, con Muriel o senza centravanti di ruolo. Questo ci ha arricchito, siamo andati sempre bene e siamo stati sempre prolifici. Zapata è una risorsa, potremmo utilizzarlo anche a gara in corso». L'augurio del tecnico è che San Siro, con oltre 45mila spettatori, possa essere un fattore: «È il nostro record di pubblico, spostare così tanta gente da Bergamo è un bel traguardo. La loro spinta sarà utile». Nota di colore: ad arbitrare sarà l'inglese Oliver, il fischietto che due anni fa fece infuriare Buffon a Madrid in un Real Madrid-Juve del 2018 con rigore (e polemiche) nel finale per i Blancos.
Angelo Caradonna