Da Calì a Lanciano: Arboleda va in gol con il ritmo di salsa

Il 22enne attaccante colombiano racconta la sua storia: Roma, Ascoli, Ortona, Vasto, Casolana e Fossacesia
LANCIANO. Un altro gol. E sono tre in campionato più uno in coppa. Ma il bello deve arrivare. «Al prossimo gol farò un balletto per festeggiare con i tifosi». Parola di Ronald Arboleda Balanta, 22 anni, attaccante del Lanciano Fc a segno contro il Sambuceto e pronto a ripetersi anche domani nel turno infrasettimanale contro il Castelnuovo. «Vengo da Calì», dice in un italiano piuttosto fluido, «che è il paese della salsa (danza caraibica di origine cubana, che fonde differenti ritmi di danze afroamericane, ndr). Si balla in tutti i posti e in tutte le ore», assicura il capocannoniere del campionato di Eccellenza insieme a Di Eleuterio del Pontevomano. Calì veramente è famosa anche per il narcotraffico. «Sì, ma da quando è morto Pablo Escobar (nel 1993, ndr) il traffico di droga è notevolmente diminuito, lasciando spazio alla salsa», sostiene Arboleda Balanta. «Arboleda è il cognome di papà e Balanta di mamma. In famiglia ho quattro sorelle e un fratello. Io sono il più grande e ogni tanto mando i soldi a casa». È in Italia per sfondare, lo paragonano a Faustino Asprilla, attaccante colombiano del Parma degli anni Novanta. «Sì, anche in Colombia dicevano la stessa cosa». Ma come è arrivato in Italia? «Era il 2018, avevo 16 anni e un osservatore della Roma mi ha visto all’opera in Colombia e mi ha portato a Trigoria dove sono rimasto qualche settimana. Da lì ad Ascoli dove ho avuto la fortuna di incontrare tre persone di Ortona importanti per la mia vita: Valentino Di Alessio, Stefano Del Ciotto e Michele Di Santo. Mi hanno portato a Ortona, mi sono allenato ai margini della prima squadra in attesa di compiere 18 anni e di avere i documenti in regola. Arrivato alla maggiore età sono stato qualche mese alla Pro Vasto, in serie D». Poi, in Promozione alla Casolana. «Ho trovato un grande mister, Angelo Bisci, con cui ho realizzato 12 gol e tanti assist. Mi ha visto mister Memmo che mi ha portato a Fossacesia dove sono rimasto un anno e mezzo». Da lì in Lituania. «Mi offrivano un contratto da professionista e sono andato», racconta ancora l’attaccante rossonero, «ma ho avuto qualche problema e quando sono tornato per sistemare il permesso di soggiorno non sono più ripartito. Ed eccomi qui». In estate la chiamata di Massimiliano Memmo che l’ha voluto a Lanciano dove sta cercando di risvegliare l’entusiasmo della piazza. «Si sta bene, mi piace l’ambiente caloroso. A Calì il mare ce lo sogniamo, qui invece ce l’ho a portata di mano». Che cosa le piace dell’Italia? «Sono un amante della storia e dell’arte. Vado pazzo per Roma. E per il Colosseo. Tutto quello che è storia. E poi, certo, mi piace il cibo. E, soprattutto, giocare a pallone». Con un chiodo fisso. «Ho 22 anni, spero di arrivare il più in alto possibile. L’ambizione è di fare il professionista». Massimiliano Memmo sostiene che è un po’ indolente e che ha bisogno di essere motivato continuamente per esprimere tutto il suo potenziale. «Se lo dice lui ha ragione», la risposta del colombiano che regala gol e giocate spettacolari. E che durante il giorno non la smette mai di muoversi al ritmo di salsa. Domani il turno infrasettimanale sul campo del Castelnuovo. «Bisogna fare risultato», aggiunge, «loro sono forti. Hanno battuto la capolista in rimonta, ci sarà da soffrire».
Giulianova-Mosciano, domani, si giocherà al campo Castrum, dal momento che i lavori di adeguamento al Fadini non sono ancora terminati.
Capistrello cambia. Dopo la debacle (5-0) di domenica a Penne, il club marsicano cambia allenatore: via Scatena, squadra affidata a Walter Cannatelli, ex Pucetta. Debutterà domani contro il Montorio 88.