BASKET

Da Pescara alla Nba, per Fontecchio si avvera il sogno americano 

Figlio d’arte, ha raggiunto l’accordo con gli Utah Jazz.  Mamma Malì: «Ripagati anni di sacrifici, sono felice»

PESCARA. Il pescarese Simone Fontecchio è il primo abruzzese nella storia della pallacanestro ad approdare (manca solo l’annuncio) nel magico mondo della Nba con la maglia degli Utah Jazz. Frutto di un continuo crescendo di risultati che lo ha portato, due anni fa, anche alla vittoria nel campionato tedesco con la maglia dell’Alba Berlino con successivo passaggio, l’anno successivo, in Spagna, nelle file del Vitoria Baskonia. Il tutto nel segno di una grande tradizione sportiva di famiglia.

Famiglia di sportivi. Ha volato per anni sulle piste di atletica papà Daniele Fontecchio (ex ostacolista), mentre mamma Amalia Pomilio, per tutti Malì, è stata team manager della nazionale femminile di pallacanestro dopo aver indossato a lungo la maglia azzurra e vinto scudetti e titoli europei. Cestista di buon livello anche il fratello maggiore Luca ma, su tutti, c’è la mitica figura del nonno, Vittorio Pomilio, giocatore della Stella Azzurra Roma e della nazionale italiana di basket sul finire degli anni Cinquanta.

Per Fontecchio, cresciuto, dopo le prime esperienze a Pescara, nella Virtus Bologna per poi indossare, nel campionato italiano, le maglie dell’Olimpia Milano, di Cremona e Reggio Emilia, prestazioni di assoluto spessore anche nelle diciotto apparizioni in maglia azzurra con addosso, dopo il lockdown, tutta la fiducia e la voglia di tornare a giocare maturata proprio nel campionato tedesco. Occhi puntati su di lui durante le Olimpiadi Tokyo della scorsa estate dove fece una gran bella figura con l'Italia uscita ai quarti di finale contro la Francia, poi medaglia d'argento. Negli ultimi due anni Simone ha ribadito più volte come le esperienze nel campionato italiano lo abbiamo comunque aiutato a migliorarsi pur facendo un po' fatica a trovare spazio. Un valido atleta in grado di diventare spesso determinante ma che non riusciva a trovare continuità di rendimento.

Il grande salto. L’idea, in ogni caso, era però sempre quella di allargare i propri orizzonti, prima con la più che mai positiva esperienza a Berlino, dove gli è stata data molta fiducia, peraltro ben ripagata, e poi con l’ottima stagione vissuta con la maglia del Vitoria Baskonia tra Liga ed Eurolega dove ha prodotto 12 e 11 punti di media con un eloquente 41 per cento nel tiro da tre punti.

Il 26enne Simone Fontecchio qualche anno fa insieme al suo idolo Kobe Bryant

La gioia di mamma Malì. Nessuna dichiarazione in attesa dell'ufficialità dell'accordo Nba, solo l'appassionato commento di mamma Malì: «Sarebbe, ovviamente, una cosa bellissima, al di là dell’aspetto sportivo, per un ragazzo che ha fatto tanti sacrifici, andando via di casa a 14 anni, per arrivare a determinati livelli. Simone, papà di Bianca, una splendida bimba di due anni e mezzo, è legatissimo alla famiglia, che lo ha seguito sia in Germania che in Spagna, e all’interno della stessa trova equilibrio e serenità. E, poi, nonno Vittorio. Una figura fondamentale per tutti noi. Luca e Simone sono stati i primi nipoti maschi e si sono, peraltro, subito avviati al basket. Credo ci sia poco da aggiungere».

Il contratto. A 26 anni, dunque, per Simone Fontecchio, si avvera il sogno di ogni ragazzino che si innamora del mondo della palla a spicchi. Contratto biennale con gli Utah Jazz per un giocatore italiano considerato tra i più talentuosi, già punto di riferimento per la nazionale azzurra di coach Pozzecco, si parla di un contratto importante (circa sei milioni di dollari) con Fontecchio destinato comunque a diventare il terzo giocatore italiano impegnato attualmente in Nba insieme a Danilo Gallinari e Paolo Banchero, italoamericano cresciuto negli Stati Uniti, nonché tredicesimo nella storia dello stesso prestigioso campionato a stelle e strisce.
Giuseppe Rendine
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