Federica Pellegrini è Divina anche fuori dall’acqua: «La maternità mi ha cambiato»

L’ex nuotatrice: «Ora ho più tempo per me. Ho un ricordo molto bello legato ai Giochi del Mediterraneo del 2009 a Pescara, quando stabilii alle Naiadi il primato mondiale nei 400 stile»
PESCARA. La Divina fa parte della storia dello sport. A 37 anni Federica Pellegrini è una donna di successo, dopo aver vinto tutto quello che c’era da vincere nel nuoto. Un’icona dello sport italiano. Campionessa, moglie, mamma e donna della televisione oltre a molteplici interessi imprenditoriali. Vive a Verona e quando parla non ha peli sulla lingua, non ha paura della polemica.
Federica Pellegrini che cosa fa nella vita oltre alla mamma?
«Sono impegnata su più fronti: porto avanti la Fede Academy insieme a mio marito Matteo, ho lanciato la linea di skincare Fit.Fe by Fede, collaboro con Nike e diversi altri partner. Come progetti personali, sto uscendo con un nuovo libro e in cantiere un film. Istituzionalmente faccio parte della commissione atleti del CIO e sono nel board della Fondazione MiCo26. Sono attiva nel promuovere la salute mentale nello sport e i diritti delle donne. La maternità mi ha cambiato, ma non mi ha fermata: ho solo imparato a organizzarmi meglio».
Che cosa le manca di più dell’attività agonistica in piscina?
«Quello che manca davvero è l’adrenalina delle gare più importanti, quella è insostituibile. Apprezzo, invece, tanto non dovermi più allenare tutti i giorni, anche due volte e il fatto di poter fare delle scelte più libere, anche nel privato. Ho gareggiato finché ho avuto voglia di farlo, ho smesso nel momento giusto, dunque non ho rimpianti».
Un’immagine che la lega alla sua infanzia?
«Mia mamma Cinzia che mi accompagna in piscina da piccolissima. In acqua mi sono sempre sentita a casa, come se fosse il mio elemento naturale. Lì è iniziato tutto».
Chi ha influito più di tutti nella sua crescita e nella sua affermazione?
«Come dico sempre un ruolo chiave l’ha avuto la mia famiglia, che mi ha dato valori, solidità e tanto sostegno, soprattutto quando le cose sono diventate più complesse e le aspettative molto alte. Dal punto di vista sportivo, non posso non citare Alberto Castagnetti, che mi ha accolto a Verona in una fase di crisi e mi ha portato all’oro olimpico e al doppio oro mondiale di Roma 2009, con relativi record mondiali».
Oggi che giudizio ha del nuoto italiano?
«Il giudizio è estremamente positivo: abbiamo tanti atleti forti sia in campo maschile che femminile e nei diversi stili, peraltro anche tanti giovani, quindi il lavoro fatto negli ultimi 25 anni, che ha portato il nuoto italiano ai vertici mondiali, continua a dare ottimi frutti».
Che cosa le piacerebbe fare?
«Sono una persona curiosa e mi piacciono le sfide. Ho già sperimentato la televisione, l’imprenditoria, il ruolo istituzionale. Mi piacerebbe continuare a raccontare lo sport, magari anche da dentro, ma sempre restando fedele a chi sono. Non so ancora, però, bene quale la mia strada perché mi piace sperimentare nuove cose».
Le interessa la politica sportiva? Un ruolo dirigenziale?
«Sono già attiva nella politica sportiva come membro del Cio. È un ruolo che richiede responsabilità, ascolto e capacità di mediazione. Per ora va bene così, ma non escludo nulla per il futuro. Quello che mi sta a cuore è dare voce agli atleti e difendere i loro diritti».
Che cosa esiste per lei nello sport oltre al nuoto?
«Mi piace lo sport in generale, non ne ho uno preferito, mi piace guardare i grandi campioni quando gareggiano perché so che tipo di impegno c’è dietro la performance e so a quali pressioni sono sottoposti. Sono una convinta sostenitrice dello sport al femminile e della necessità di riconoscere pari diritti e opportunità, anche in termini di guadagni, alle donne».
Oggi qual è lo sportivo che più ammira e perché?
«Ne ammiro tanti, ma se devo fare un nome, direi Katie Ledecky: una leggenda in vasca, ma anche una persona lucida, coraggiosa, che non ha paura di esporsi, anche su temi delicati come il doping o la salute mentale».
Le hanno mai chiesto di impegnarsi nel mondo della politica?
«Sì, qualche volta. Ma non è un mondo che sento mio. Preferisco portare avanti le battaglie che mi stanno a cuore con altri strumenti, attraverso lo sport, le parole e l’esempio».
Il momento più difficile e quello più felice della carriera?
«Di momenti difficili ne ho avuti diversi, ma forse quello più complesso è stato fra il 2006 e il 2007, quando ho iniziato a fare fatica nel reggere le troppe pressioni legate ai risultati sportivi. Non che stessi andando malissimo, ma dopo l’argento di Atene, a soli 16 anni, tutti si aspettavano che avrei sempre vinto, inoltre ero in piena adolescenza: il mix fra gli aspetti agonistici e quelli personali è stato davvero difficile da gestire. Ci sono stati anche tanti momenti felici, per fortuna, dovendo scegliere direi Pechino 2008 con l’oro olimpico e la doppietta ai Mondiali di Roma 2009 nella piscina del Foro Italico. Lì ho veramente raggiunto il top».
Il suo legame con l’Abruzzo?
«È una terra meravigliosa che offre di tutto, dal mare alla montagna, alla cultura, senza dimenticare il cibo. Ho un ricordo molto bello legato ai Giochi del Mediterraneo del 2009 a Pescara, quando stabilii a le Naiadi, il nuovo primato mondiale nei 400 stile, fu un perfetto antipasto in vista dei Mondiali di Roma».
Che cosa l’affascina di più della televisione?
«La possibilità di raccontarmi in modo diverso. Mi è piaciuto molto fare Italia’s Got Talent e anche Ballando con le Stelle: è stato come tornare a sentire l’adrenalina, ma con leggerezza. La TV ti permette di esplorare lati di te che nello sport restano nascosti».
Si sente una donna sexy?
«Mi è sempre piaciuto esaltare la mia femminilità e risultare attraente e sensuale, però non me la sento di autogiudicarmi, preferisco che lo dicano gli altri. Sicuramente mi sento bene con me stessa e con il mio corpo».
Ha un rimpianto nella sua vita?
«Non ho grandi rimpianti perché fin qui ho seguito le mie inclinazioni ed ho sempre fatto ciò che desideravo fare. Ho un carattere forte e deciso e quindi è più facile che abbia rimorsi piuttosto che rimpianti».
Come va con il mestiere della mamma?
«Bellissimo e faticoso! La maternità è il mio oro più prezioso, ma non nego che all’inizio sia stato un vero terremoto. Oggi ho trovato un equilibrio e, anche grazie al supporto di Matteo e della mia famiglia, riesco a conciliare tutto. Matilde mi ha insegnato una nuova forma di pazienza e di amore incondizionato».
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