CALCIO / SERIE B

Il Covid nel Pescara diventa un caso unico e rivoluziona il finale di campionato

Lo stop fino al 26 aprile a causa dei contagi costringe i biancazzurri a posticipare le prossime tre partite, poi tour de force con 5 match in poco più di due settimane. E il finale di stagione slitta

PESCARA. Un caso unico nella storia della Serie B. Lo stop della Asl, causato dalle numerose positività al Covid tra i biancazzurri, impedisce all'undici di Gianluca Grassadonia di giocare contro Entella, Cosenza e Reggiana nelle date prefissate. Quella con i liguri è stata già rinviata a martedì 27 aprile, per le altre occorre attendere la decisione definitiva della Lega B che arriva domenica (forse 1 maggio con i calabresi, 4 o 7 maggio con gli emiliani).

A sole cinque giornate dal termine della stagione regolare, nel momento clou della stagione, quando i punti pesano come macigni e ci si gioca il futuro, il Pescara si ritrova a dover recuperare ben tre partite. La quarantena dei biancazzurri termina il 26 aprile, il giorno successivo c'è l'Entella che il Pescara deve affrontare con un solo allenamento (collettivo) nelle gambe, salvo nuovi interventi della Asl. Insomma, il Covid ha rivoluzionato la coda del torneo di B e la Lega dovrà varare uno nuovo piano per salvaguardare la regolarità del campionato.

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Tra le varie ipotesi, la prima prevedeva la  sospensione del torneo e lo slittamento delle gare della 35esima e 36esima giornata in programma rispettivamente martedì e sabato 24 aprile, ma sembra sia stata scartata. Un'altra, più realistica, è giocare fino alla 36esima e poi fermare il torneo, in modo da consentire al Pescara di mettersi al passo con le altre. In tal caso, le ultime due giornate (37 e 38) andrebbero in scena il 7 e l'11 maggio (o 11 e 14 maggio). Variazioni che inevitabilmente farebbero slittare sia i play off sia i play out.

Domenica, nel corso dell'assemblea di Lega, verrà stabilito il nuovo programma e il Delfino potrebbe essere coinvolto in un vero tour de force con 5 partite da disputare in due settimane circa. La prima, contro Entella, addirittura senza aver svolto nemmeno un allenamento nelle due settimane precedenti. La speranza è che i sette giocatori che hanno contratto il Covid possano negativizzarsi al più presto, in modo da poter riprendere le sedute di lavoro individuali prima della scadenza indicata dalla Asl.

Dunque, il caso-Pescara stravolge il campionato cadetto. Un inedito per la B e per il calcio italiano, anche se ultimamente, quasi sempre a causa di ricorsi alla giustizia sportiva, i calendari sono stati rivoluzionati e la programmazione iniziale non rispettata. Ad esempio l'Entella, prossimo avversario dei biancazzurri, tre anni fa fece appello per chiedere la riammissione in B al posto del Cesena (fallito) e all'inizio del torneo di C disputò solo una gara (17 settembre 2018) in attesa della sentenza del Tar del Lazio che, il 9 novembre, respinse l'istanza. Da quel momento i liguri tornarono in campo conquistando la promozione in B al termine di una corsa folle di 39 partite giocate in cinque mesi e mezzo.

Tornando ai rinvii causati dal Covid, all'interno dei confini abruzzesi, è emblematico il caso del Pineto (serie D) che è rimasto fermo per oltre un mese e mezzo tra febbraio e marzo scorsi. Il club del patron Silvio Brocco ha pagato un prezzo salatissimo a causa dello stop forzato: ben 8 partite rinviate che la squadra deve recuperare facendo gli straordinari.

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