Lanciano nei play off, ma quante chance perse

Frentani settimi, però pesano i diversi punti persi durante il girone d’andata
LANCIANO. 30 punti al giro di boa e settimo posto in graduatoria, a braccetto con Pro Vercelli e Trapani. Se il campionato di serie B (il terzo di fila per la Virtus Lanciano) finisse oggi, i rossoneri risulterebbero qualificati ai play off in virtù di una migliore classifica avulsa nei confronti di piemontesi e siciliani. Un bilancio di metà stagione più che soddisfacente, se rapportato alle previsioni della vigilia ed agli obiettivi di partenza del sodalizio frentano. Eppure, a dispetto di cifre sostanzialmente positive (autentici squadroni quali Bari e Catania, ad esempio, si trovano indietro, rispetto alla Virtus, di 5 e 9 punti!) qualche motivo di rammarico c'è, se solo si ripensa alle tante occasioni perse per strada.
Pareggi che, con un pizzico di fortuna e di attenzione in più, avrebbero potuto tranquillamente tramutarsi in altrettante vittorie, consentendo ai ragazzi di D'Aversa un piazzamento migliore rispetto all'attuale. Anche l'ultima esibizione dell'anno solare, quella casalinga con il Bologna, si è chiusa lasciando con l'amaro in bocca Mammarella e soci. Che magari non avrebbero meritato l'intera posta in palio, ma un punticino di sicuro sì, non foss'altro per come si è sviluppata la gara, con i rossoneri per l'ennesima volta in vantaggio, ma raggiunti e superati dall'avversaria di turno.
Non prima però di aver gettato alle ortiche un rigore con Piccolo dopo soli 2', e la clamorosa palla-gol del possibile 2-0 (calciata addosso al portiere da Gatto), che avrebbe con ogni probabilità chiuso i giochi in favore dei locali.
In questo la Virtus dovrà sicuramente lavorare, per far sì che simili occasioni vengano sfruttate meglio, così come va risolto il problema dei gol subiti su palla inattiva. Un po' troppi, negli ultimi tempi, e sempre pagati a caro prezzo dalla squadra di D'Aversa. Che più che all'imminente mercato invernale (il ds Leone ha più volte ripetuto, su imput degli stessi Maio, che il club frentano non intende muoversi in tal senso, puntando sul recupero di Cerri e Paghera) dovrà guardare in casa propria, sfruttando l'attuale sosta per risolvere i limiti di cui sopra e far tirare un po' il fiato agli elementi più spremuti, complici le tante assenze dell'ultimo periodo.
Assenze che, se non altro, hanno offerto una chance alle cosiddette alternative, consentendo loro di mettersi in evidenza. Come nel caso del vice-Cerri, Gaetano Monachello, autore sin qui di 4 reti, o del 21enne Davide Agazzi, che dopo tanta attesa ed appena 24' racimolati nelle prime 20 gare, ha fatto il suo debutto da titolare proprio col Bologna, restando in campo per l'intero incontro. «Ho saputo che avrei giocato», svela il diretto interessato, «solo il giorno prima, quando il mister, nel diramare l'elenco dei convocati, ci ha svelato le sue scelte. Sicuramente una bella responsabilità, vista l'importanza della posta in palio, ma sto qui per questo ed è ovvio che sono stato ben felice di prendermela».
La Virtus ha perso, ma D'Aversa, a fine gara, ha avuto parole di elogio per tutti: «Ed infatti», prosegue l'ex centrocampista del Savona, "il rammarico maggiore è proprio quello di non essere riusciti a regalare, a lui ed ai tifosi, un'altra bella soddisfazione, che ci avrebbe permesso di chiudere nel migliore dei modi un ottimo girone di andata. Del resto, credo che chiunque sottoscriverebbe sin d'ora una seconda metà di stagione identica alla prima».
Avendole ormai incontrate tutte, qual è l'avversaria che più l'ha impressionata? «Come gioco, al di là dell'attuale posizione di classifica, mi ha colpito in positivo il Crotone, formazione giovane ma destinata a recuperare terreno in classifica. Per solidità ed organizzazione, invece, voto il Carpi, che merita davvero di stare lì in alto». Tra qualche giorno riaprirà il mercato: pensa di restare o di cercare altrove una maglia da titolare? «E' vero», afferma in conclusione Davide Agazzi, «sin qui ho giocato poco, ma ritengo ugualmente positiva questa mia esperienza in rossonero. Per la prima volta mi ritrovo in serie B e sto imparando molto, soprattutto dai cosiddetti veterani, che mi hanno accolto benissimo, agevolando il mio inserimento nel gruppo. Ecco perché, a meno che non sia la società a chiedermelo, non ho alcuna intenzione di andar via e da qui a maggio raddoppierò gli sforzi per ritagliarmi qualche spazio in più in un girone di ritorno che si preannuncia, come al solito, equilibrato e combattutissimo».
Stefano De Cristofaro
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